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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

venerdì 29 ottobre 2010

TOLSTOJ INNAMORATO









E' in preparazione, per i tipi delle Edizioni Kolibris, un libro che si preannuncia decisamente gustoso e interessante. Di Ray Givans, questo libro credo sarà una chicca da tenere d'occhio; nel frattempo vi propongo un assaggio. Grazie a Chiara De Luca per queste prime battute in anteprima.

http://www.kolibrisbookshop.eu/store/



Tolstoj innamorato


Il cordone ombelicale di una quercia mi prende al laccio lo stivale,
serpeggia nel sottobosco tra fogliame in decomposizione
e licheni. Sotto la tettoia scricchiolante, il mio pastrano
(che strascica trentaquattro anni di ricordi)
mi ritrascina alle mie prime grida di neonato a Polyana.
Più avanti, sul ciglio della foresta di Zaseka,
la luce del sole s’insinua attraverso le chiome diradate,
giocando in nastri sulla spalla nuda di Sofja Andrejevna.
Lei indossa un abito bianco con la semplicità e la purezza
del giovane torrente che le dilava i piedi.
Palivanov si avvicina, in uniforme da cadetto,
i bottoni militari scintillano di steli di luce.
Ti spazza via in un walzer, tanto fluido e lieve
che potresti danzare sule schiene dei campi di granturco oscillante.
E io devo guardare, poggiare la testa contro le sopracciglia aggrottate
della quercia, protestare che sono troppo vecchio per danzare.
In una polla fangosa specchio la mia sagoma, la mia bruttezza.
Sono quel Principe Dublitzskj del tuo romanzo.

Eppure, un angelo sulla mia spalla combatte coi miei demoni
mi spinge in avanti nella luce del sole. Luce
“Sonja” come seme trasportato dal calice di un dente di leone
vola verso di me. Le tengo le mani. Il suo corpo,
aromatico, decanta cannella e pomander.
Trema come un uccello ferito, arrossisce come le avessero
messo il fard sulle guance. È troppo sperare
di essere resi belli dall’amore di una giovane donna?



Sonja Tolstoj


Sopra la fiamma gialla della candela guardavo
in angolo le pagine del mio scritto ritrarsi in onde
nere e marroni, finchè non potei più tenere i fogli
in mano. Li lanciai nel camino,
ipnotizzato dal pallore del fumo che saliva…

Al fresco della sera nel giardino della cucina
di Yasnaja Poljana, Lev Nikolaevich
mi lascia cogliere le fragole che vanno maturando;
succhi rossi mi striano le labbra e le dita.
La sua mano di lavoratore mi struscia contro l’abito.
Una vanessa, irrequieta, frulla al di sopra
di un mare pungente di timo e di menta.
Tocco un bottone d’ottone sul suo pastrano
da soldato, avverto il calore contraddittorio
e l’acciaio dei suoi occhi grigi mi assale.

E sono in fondo alla discesa di un covone di fieno
al sicuro nelle mani dello scrittore. Sto ridacchiando
e lui mi fa vorticare nell’aria;
inamorato della sua profonda voce vibrante.
Sul margine di rigogliosi campi di grano,
capelli si tendono nel vento; la mia giumenta, Belogubka,
galoppa all’unisono con il cavallo bianco del conte.
Quando entriamo nel crepuscolo della foresta di Zaseka
zoccoli schiantano rametti di betulla e sento
mia madre chiamare, “Sonja, entra a ripararti,
entra che è ora di dormire.”

Caccio un attizzatoio
Infilzo con un attizzatoio il cuore in fiamme
di carta carbonizzata; i petali di seta del margine
fumano; volteggianoin nubi di particelle. Perché,
perchè, mostrai al mio amato soldato-scrittore
questo romanzo novizio? Sperando il suo amore
si stesse facendo più profondo
come il lento gocciare d’acqua
raccolto nel barile sotto la grondaia a Poljana?

L’amore è un giardino d’erbe amare e lenitive.




La gelosia di Sonja Tolstoj


Scendendo questa mattina ho trovato la porta
spalancata. Odore fetido d’acqua sporca
e flusso d’aria fredda si mescolano sulla nostra soglia.
Quella donna, come china in preghiera,
lavorava, lenta, in senso orario, con la spazzola ansante.
Ci fermammo. Riconoscemmo moglie e amante.
Lei si piegò sulle anche robuste, arretrò,
tenendomi sotto il tiro di quegli occhi provocanti...

In un capanno desolato il suo fantasma mi filtra
sottopelle. Rabbrividisco al pensiero di vederla
ancora una volta; di guardare, di nuovo
nei grigi occhi del figlio bastardo di mio marito.
Una pagina di diario si apre: “Mai così tanto
innamorato... Contadini chini, covoni intrecciati
di fieno. Il sole si concentra su un letto di foglie
d’acero e noce. Lev strappa la camicetta
come un maiale che rufola tartufi, libera
dalle catene i seni della ssua duttile serva...
“Sonja!”
Fuori, i piedi di Zia Toinette falciano
alte erbe. Lascerò questa tana
al tramonto. Siederò alla tavola di fronte a Lev.
Il samovar fischierà e gorgoglierà tra noi.



Sonja Tolstoj piange per il figlio


Forse fu il brusio di formule del prete
ad attirarmi là. Oppure, forse, la finestra in vetro
colorato che rifrangeva la luce dal volto emaciato
di quell’Unico agonizzante. Eppure, bramo
la preghiera,visito umide stazioni di confessione,
bevo sottile ostia sciolta, snocciolo
il credo, senza conforto, consolazione ...

In volo afferro le ali di Aljosha,
scivolo sul cimitero di Nikolskoje
esposto allo scalpello del vento del nord.
Un cane solitario ulula quando raspo
la porta delle terre, chiusa su Vanichka ...

Inalo un pizzico di cera e incenso
che mi calma, dolce fragranza floreale.
Luce di candela inonda il volto di mio figlio.
Calore del suo fiato duole nelle praterie
delle veglie del giorno e della notte, verso la cessazione...

Pioggia cade dalle nubi umide di Mosca,
penetra fino alle radici dei miei capelli legati stretti.
Vanichka si alza, mi culla alla base
delle sue ali d’angelo, verso una frattura dell’orizzonte su Kiev.
Raggi di luce formano uno spettro
di colore. Il tocco delicato e il peso delle dita
di pianista di Tanejev scacciano
il cane nero che mugola alla luna velata.

mercoledì 27 ottobre 2010

A GORSLAS

 







Testo di Federica Galetto

Immagine di Maggie Taylor
Posted by Picasa

martedì 26 ottobre 2010

ELISE STEWART






Poesia ipnotica, elegante, suggestiva. La lingua inglese le rende pienamente giustizia, i suoni che racchiude sono perfetti. Una bella prova di "Poesia & Suono"
perfettamente armonici. Amelia Rosselli l'avrebbe apprezzata per questo, credo. Video in piena simbiosi con il testo. Brava Elise.



Psalm


I come undone,
a sigh, a release


Content to touch
the white flesh
of your palm-

See the lines
here and there
curve to route’s
un-fated hand.

I come to you
with angels;


You choke
the voice that
longs to sing.

Do you not see
the winding thread
of wings
unfold within
your palm?







Salmo


Perdo il controllo,
un sospiro, una liberazione

Contenta di toccare
la bianca carne
del tuo palmo

Vedere le linee
qua e là curvare
nella rotta
d'una mano
sconosciuta

Vengo a te
con gli angeli

Soffochi la voce
che desidera cantare

Non vedi
il sinuoso filo
d’ali
spiegarsi nel
tuo palmo?


Elise Stewart ©

Traduzione dall'inglese di Federica Galetto






Biografia:

Editor della rivista di Poesia Decanto, pubblicazione internazionale di Poesia.
Scrivo Poesia e ho al mio attivo già alcune raccolte,composte nel corso degli anni. La mia nuova raccolta di poesie "Paradise" è stata ampiamente recensita nel Regno Unito, Canada e USA.

I miei siti:

http://www.elisepoetry.webs.com/

http://myweb.tiscali.co.uk/masquepublishing/

sabato 23 ottobre 2010

Da "Gli Anni" di Virginia Woolf





Digital Collage di Federica Nightingale ©


It was an uncertain spring. The weather, perpetually changing, sent clouds of blue and of purple flying over the land. In the country farmers, looking at the fields, were apprehensive; in London umbrellas were opened and then shut by people looking up at the sky. But in April such weather was to be expected. Thousands ...of shop assistants made that remark, as they handed neat parcels to ladies in flounced dresses standing on the other side of the counter at Whiteley's and the Army and Navy Stores.
The years - First pages, Virginia Woolf



Era una primavera incerta. Il tempo, in perpetuo mutamento, disponeva nubi blu e porpora a volare sulla terra. Nelle campagne, i contadini guardando i campi apparivano apprensivi; a Londra venivano aperti e poi richiusi gli ombrelli nel guardare al cielo. Ma in Aprile un tempo simile c'era da aspettarselo. Centinaia di commessi nei negozi affermavano ciò rimarcandolo, mentre portavano pacchi ben fatti a signore in abiti a balze, in piedi sull'altro lato del bancone di Whiteley's e Army and Navy Stores. Gli anni - V. Woolf (Trad. Federica Galetto)

giovedì 21 ottobre 2010

SILVIA MOLESINI






Anke Merzbach ©









Ho visto tutte le albe




Ho visto tutte le albe, tutte
ma una luce così sottile
non mi ha mai abitata
non mi ha mai, l'alba dico,
trasformata nel suo ventre bianco
e nel suo vento bianco risanata
con rosso canto controlunare
l'alba non mi ha mai partorita, mai.
Quando raccoglie per tanti i suoi semi
e li diventa/pianta/potente.
Quando tutte quest'albe vedute
niente, ho tenuto un diario:
alle date seguivano i segni delle cose scure
e a loro l'incontro con l'altro lato
e mi sembrava diverso il chiaro.
Che mi era possibile anche senza giorno
e desiderabile anche senza data
perché mai mi ha abitata l'alba
si è fatta un giro attorno
forse mi ha un poco
(solo per poco)
allattata.




*




Il fiore di un arancio

Tu l'hai più visto un fior d'arancio?
E sai cos'è?
Discendono dal sole,
sono stati dei.
E sai perché una cosa è dio?
Sembra che un ricordo per ciascuno
eternamente ritorni
e diventi quello che continuerai
a cercare:
il fiore
di
un
arancio,
una mattina presto al mare.




*



PIERINA PAN (ho visto una folletta verde in treno)


E' qualcosa che se ne sta sbocciando
nella sua indecifrabilità e tensione:
occhi con contorno con collana
a grosse perle-bocconi ascolta Waits
o un francais, un belga (è confidenziale)
Sinatra live-roco carnevale; Cave.

Una sua dolcevita dolce verde
e più scura la maglia messa sopra
svasata sulle braccia-bretelline
ma preme su due prime mammelline
e s'infila nella cinta con le borchie.

Capelli corti esplosi in tante ciocche
e un lungo naso:
il resto è piccolino ed incalzante
boccio di gemma di albero di prato.



Silvia Molesini ©




Biografia:

Silvia Molesini, nata a Bussolengo (Vr) il 14 luglio 1966, vive e lavora come psicoterapeuta a Costermano (sempre Vr). Ha pubblicato le raccolte Nuova noia (Ibiskos ed. 1987), L’indivia (Campanotto ed. 2001), Il corpo recitato (I figli belli ed. 2004), Lezioni di vuoto (Liberodiscrivere ed. 2006), Cahiér de doléances (Samiszdat 2009), 13 algebriche mistiche (voici la bombe 2010). Ha partecipato al romanzo a rete Rifrazioni scomposte su corpo 12 e, per circa due anni, membro fondatore, al progetto Karpòs. È presente su diverse antologie, su qualche rivista letteraria (Le voci della luna, Filling Station, L’ortica, Critère, Niedergasse, Progetto Babele- Il foglio letterario- Historica), su vari siti di interesse letterario in rete ed è stata segnalata in alcuni concorsi di poesia (nel 2008 : con Esanimando al Premio Montano e al premio Mazzacurati/Russo con Cahiér corpo piccolo ). Collabora con absolute poetry, zeropoetry, viadellebelledonne, poetarum silva. Partecipa volentieri a slam e reading quando la chiamano, di solito.
Work in progress e sito di riferimento: Nascita e morte (titolo provvisorio). Letture su www.myspace.com/molesini (Alle quattro e venti circa) e su http://www.youtube.com/molesini.

mercoledì 13 ottobre 2010

RAFFAELE RUTIGLIANO





Collage digitale di Federica Nightingale ©





RINVERDE



Acconsento
Spartane le acque
Purificano
Lo stato indomito
Il fiato sorprende
Il gelo fumante
Riscalda
Riposto lo stelo
Sul palmo
Inonda lo spasmo
Persuade l’orgasmo
Cade il groviglio
Di anime un tratto
E sorpreso
Ritorno
A odorar le piante







LA TUA PRESENZA


Rimango non curante del tuo bisbiglio
ma lì nell'angolo
ti vedo rupestre

sarà forse il momento
dovuto di parole-corde
sottese in la minore
a farmi credere che tu sia mia?
che sia l'angoscia
della mia solitudine?



Questo tenerti a palmo
questo respirarti dentro
come un lento lavorare di vimini
mi ingarbuglia i pensieri
vivere più a lungo?
finquando la luce proietta ombre sul prisma
il pulviscolo dall'otturatore
non sarà rimosso
e l'anima-lente, piatta
rimarrà
pulita e vitrea,
di cristallo.



Raffaele Rutigliano ©

sabato 9 ottobre 2010

MARIO VARGAS LLOSA - NOBEL PER LA LETTERATURA




Foto dal web



A questo link un pdf che riporta uno stralcio tratto da "E' pensabile il mondo moderno senza il romanzo?" di Mario Vargas Llosa - a cura di F. Moretti - Einaudi, Torino, 2001, pp.3-15

http://files.splinder.com/8f48a31f96768b81daf75c1ba63c8b81.pdf

venerdì 8 ottobre 2010

CHARLOTTE PERKINS GILMAN










22-23 ottobre - Roma

Conferenza internazionale su Charlotte Perkins Gilman, sociologa, educatrice, economista e letterata americana, in occasione dei 150 anni dalla sua nascita. I temi a lei cari furono: l'indipendenza economica come presupposto per la vera libertà; la riforma dell'istruzione per l'educazione al pensiero critico, alla valorizzazione delle differenze e delle capacità delle donne e degli uomini, alla cittadinanza democratica, partecipata e responsabile; la riorganizzazione familiare e sociale per assicurare a donne e uomini una vita più felice eliminando i conflitti tra i sessi; la rivalutazione della maternità come fondamentale funzione sociale; la lotta al pregiudizio e agli stereotipi che bloccano il progresso sociale. Evidenziò le ragioni economiche che hanno provocato la gerarchia tra i sessi e la trasformazione delle donne in individui over sexed, dove le caratteristiche sessuali prevalgono sulle qualità umane e il ruolo dei mass media nella perpetuazione degli stereotipi. Autrice di fama mondiale, collaborò con giornali e riviste, pubblicò saggi, ma anche poesie, novelle e racconti utopistici, e divenne, infine editrice e redattrice di un suo mensile The Forerunner. Gravemente malata morì per autoeutanasia nel 1935.Tra i suoi scritti più famosi ancora oggi ripubblicati ed oggetto di studio nei corsi universitari: The Yellow Wallpaper, Women and Economics, Concerning Children, Social Ethics, Herland.

giovedì 7 ottobre 2010

MICHELA ZANARELLA





Carla Bedini ©


Fiato impuro

Come un inverno in guerra
continuo a masticare
gelidi precipizi.
Dal seno buio del silenzio
raccolgo le febbri
di un temporale.
Non so come nasce
tutta questa ferocia,
si spalancano pupille
arrossate da suoni nervosi.
Tenebre solitarie
si riproducono in fretta.
Ciò significa
che il mio fiato impuro
è schiavo
d' atroci inganni.



*



Io nell' amore

Io nell'amore,
in mezzo ad orti di fiato
rivelo agli istinti umiltà.
Sempre un brivido senza vento
rincorre pianerottoli di voce
dove la notte insegna un chiudersi
di labbra agli orizzonti.
Mi chiami il torrente
al mistero sacro del piacere
contro il fusto d'occhi e gelsi,
mentre le pelli giocano in grido
alla verità dei bambini
come aromi innocenti al primo
passo in sogno.
Ciò che le ciglia attendono
è l'incantesimo di un seno in agguato,
assorto tra metallici riflessi
di una schiena che cade aggredita
dal vapore d'ignoto.
Ho sceso i destini tanto simili
all'irrequietezza del tempo
e nell' affrontare la luce
ho impedito che il fuoco
uscisse dalle nostre unghie,
dal nostro palato.



*



La casa degli istinti

La linea del cielo
risciacqua una poesia
nella tua voce.
Io sto in ascolto.
Con il cuore da bambina
soffio l'infinito che si specchia
nell'aria
e rinasco nel sughero della tua bocca.
La casa degli istinti è vicina,
sotto la buona pioggia di un tremore,
dentro l'onda giovane di uno sguardo
senza misura.
Le mie labbra nascondono fulmini,
una sequenza di baci illuminati,
l'ossessione paziente
di un amore che copre intere stagioni,
zolle, orizzonti.
Cade passione su tutte le vene
e così vivo e ferisco di gioia
il fondo della memoria.
Ti vengo a cercare nella capigliatura
dell'anima e
ti trovo rugiada che veglia
piacere eterno sul pavimento
degli occhi.


Michela Zanarella ©




Biografia:

Michela Zanarella nasce a Cittadella (Padova) nel 1980.
Inizia a scrivere poesie nel 2004 e scopre un talento naturale nella espressione della vita in versi.
Ottiene alcuni risultati nel campo della poesia come le menzioni di riconoscimento
nei concorsi Beniamino Capparelli nel 2005 e Don Luigi Riva di Varese.
Ottiene pubblicazioni in diverse antologie di poesia a tiratura nazionale.
Pubblica una sua prima raccolta di Poesia dal titolo "Credo" con L'associazione culturale MeEdusa.
La raccolta, ottiene un buon riconoscimento popolare con una tiratura di mille copie.
Partecipa attivamente alla diffusione della poesia sia come mezzo di comunicazione
sia come elemento di dibattito tra i giovani.
Tra le sue passioni troviamo la letteratura internazionale con particolare interesse per la letteratura francese, lo studio dei grandi pittori della storia, i viaggi e la conoscenza di nuove culture. E' stata ospite alla trasmissione radiofonica di Rosanna Perozzo su Radio Cooperativa a Padova. Alcuni articoli sono presenti su quotidiani quali il Mattino di Padova, il Gazzettino di Padova, il Padova, la voce dei Berici.
Ha partecipato alla trasmissione televisiva "Poeti e Poesia" di Elio Pecora su Televita, a Roma.
Risvegli,ed.Nuovi Poeti, è la sua seconda raccolta poetica.
Ha ottenuto il terzo posto assoluto nel concorso internazionale "Vitamine per l'anima", nel marzo 2008. Nel premio Onlus Mecenate ha ottenuto il sesto posto assoluto.Menzione d'onore al premio Mondolibro di Roma, secondo posto al premio Groane 2008,primo posto assoluto al premio"Calogero Rasa" di Palermo, secondo posto al premio "L'aquilaia", Grosseto, secondo posto al premio "Invito alla poesia" di Trieste, menzione speciale al premio "Irpinia mia" di Avellino.Decimo posto al premio "l'umanità non sposa la violenza" di Cremona, menzione di merito al "Premio Solaris", menzione di merito al premio "Cà Domnicu" di Cadoneghe, Padova, sesto posto al "Premio Marguerite Yourcenar" di Montedit, secondo posto al premio Comune di Riolunato, segnalazione al premio "Olinto Dini".
Ha iniziato a scrivere i primi racconti nel gennaio 2008.
Ha collaborato alla realizzazione del libro "Solitudini dentro" di Carmen Tomasi, ed. Nuovi Poeti.
Nel 2009 ha ottenuto menzione di merito nel concorso internazionale poesia e immagine "Marco Pantani", si è classificata al terzo posto al "Premio Animo Animale" di Pordenone, primo posto al Premio "Anime e luci 2008", a Padova, secondo posto al premio "La Rondine", di Trento.Menzione di merito al premio "Contemporanei d'autore".
Finalista al "premio Tindari-Patti" e al premio "Salvatore Cerino".
Ha pubblicato il terzo libro "vita, infinito, paradisi" ed.Stravagario nel giugno 2009. Ha partecipato come membro di giuria al premio "Ebbri di poesia 2009"
Ha ottenuto il terzo posto nella sezione poesia edita al premio "Memorial Gennaro Sparagna 2009".
Ha partecipato come membro di giuria al premio Internazionale di poesia "Città di Torvaianica".



domenica 3 ottobre 2010

VERA D'ATRI



Betsabea - Digital Collage di Federica Nightingale ©


Leggere Vera D'atri è accorgersi che la Poesia esiste e palpita, e vive respirando e muovendosi accorta fra le ore,i giorni,la vita. Una delicatezza acuta e straordinariamente di alto livello evocativo nonchè "visivo" ci trasporta senza bisogno di soffermarsi troppo sui versi e sulle parole. Tutto è assolutamente chiaro e comprensibile. E bellissimo, in perfetta armonia. La consiglio vivamente a tutti, credo si possa imparare moltissimo dalla sua scrittura e dal suo elegante e vivido sentire che, come accade quando si ha molto talento,appare naturale e semplice, pura Bellezza.

Federica Galetto









La prima luce cade verso l’alto,
come fumo, come nostalgia,
colmo di perle è il mare e arretra e
già depreda la marea questo sostare in vita tanto
incerto,
ch’io non indovinai,
io sciolsi nel silenzio la risposta
tra l’ombra liquida del pianto
e l’asciugare attento dei tuoi baci.

A giorno fatto, alla vedetta il verde delle ortiche
si rovescia dal costone giallo,
acrobata di circo sotto al cielo.
Il verde dissotterra il seme per l’esile rincorsa.
E con me l’azzurro cerca i suoi troni d’oro.
Piena di ami l’acqua.

A sera, raggi arruffando
d’una scarlatta ultima risorsa,
chiudo i pericolosi varchi dell’attesa
e nulla, in effetti, propaga l’orizzonte
tranne la notte
che plana oltre il ponente
e ammucchia irragionevoli perché
nel patchwork del mio sonno.

E ancora chiuso il ventaglio del rimedio
giunge amica infame la coscienza;
ora lei manda al macero ciò che ho compiuto.

Ma io sto al gioco senza interruzione
perché non c’è miglior tempo che la vita
né miglior vivere che fuggire nello spazio il tempo
e dargli l’infinito.

Ed ecco che qualcuno già si muove sugli appannati asfalti
e da più lenti battiti riprende l’interrotto.
L’utile va pel suo quadrante.
Il verde, l’azzurro e l’oro contrastano la pena.

Vera D'Atri, "Una data segnata per partire" Kolibris 2009


http://www.kolibrisbookshop.eu/store/?p=productMore&iProduct=23
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