Traducendo Einsamkeit
STANZE DEL NORD
SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO
ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS
A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale
EMILY DICKINSON
domenica 11 settembre 2011
MARIA GRAZIA LENISA
Digital Collage di Federica Nightingale
Benritrovati. Riapro La Stanza dopo i mesi estivi presentando queste poesie di Maria Grazia Lenisa. Leggerle e soffermarsi su questi testi è già un commento al lavoro di questa donna che ci ha lasciato molteplici opere di grande valore. Sono versi di delicata bellezza e profonda intensità legate a temi diversi che rispondono a domande e sollecitazioni comuni all'Uomo; del Tempo che scorre inesorabile, dell'Amore e della Morte, uno sguardo emozionato dedicato alla Vergine Maria che racchiude una disarmante infinita dolcezza. Poesie dense e alte che corrono in sintonia con le stagioni della vita attraversandone luci ed ombre in un percorso circolare in cui riconoscersi.
Federica Galetto
Da “Il tempo muore con noi”
Udine, 13 febbraio 1955
IL TEMPO MUORE CON NOI
Sogno l’ebrezza di un vivere senza tempo:
l’anno che s’aggiunge all’anno
mi rende intensamente vecchia,
d’una vecchiezza che non ha rughe,
liscia come buccia di mela
ma l’anima, invisibile,
porta invisibili solchi.
Gli anni… Nessuno s’accorge che passano,
quando il sangue si carica di brividi,
se uno sguardo attraversa la carne innocente.
Poi un bacio vi lascia il segno
E l’ora acquista un tacito sapore angoscioso.
Il tempo che nell’infanzia muoveva
Lento come morbida onda di lago
S’incarna nell’uomo e corre col ritmo veloce
Del sangue, - e lo sentiamo per ogni vena.
Sì, il tempo muore con noi.
Da “L’ilarità di Apollo” (1979)
UN POSTO PER L’AMORE
ad Arnoldo Foà, suo interprete
Non c’è più al mondo un posto per l’amore
ma buchi enormi, grandi topi grigi, topi
sul letto, topi sul guanciale. E Lei
col corpo nudo da tremare… Ecco che viene
Il piffero stregato dal suono atroce,
i topi si rintanano (sento il tuo corpo amico
così caldo e lo squittire dei rimorsi
è vano). Crollano muri e dentro è processione
di scarafaggi odiosi della luce
(vecchio decano delle fogne, giudice
eccolo pronto a morderci l’orecchio).
Spandi il veleno tutt’intorno al letto,
tieni lontano dal suo corpo dolce
l’immonda bestia senza pelo.
Vedi, nel buio risplende il mio seno,
già mi ha morso i capezzoli, ho terrore
che in ventre attecchi lo spregiato seme.
Dappertutto c’è polvere, la tela del ragno
impenetrabile ci segue. Trova nel mondo
un posto per l’amore, non in archivi
tra le belle storie. Poi scrivi un canto
dove sono bruna con vivi, caldi riccioli
d’estate, trattieni il tempo che sopra
ci sputa. Forse c’è un posto, la speranza
ammicca fuori dal buio per un’ora, un giorno.
Già l’inverno trascorre con la vita.
Da “Incendio e fuga” (febbraio 2000)
AVE MARIA
alla Madre di frate Mike Peirano
Ave, Maria nella spuma del mare che inghirlanda
le nubi,
tra gli uccelli nel preludio che annuncia
il temporale, nel ridere, nel piangere, danzare.
Ave, Maria
che gioia te laudare, sentirti ovunque
bellezza si eterna (le palme in alto ad indicare
il cielo, le palme a terra ad ascoltare i passi
del Figlio-amante che cavalca il tempo).
Ave, Maria
nell’attesa di amare con le piume dell’angelo
a contare (“M’ama, non m’ama…”), Dio che sta
a guardare e ride l’aria, l’angelo s’impenna.
Ave, Maria
nel sogno d’esser madre a guardare
in cortile gli animali, a gridare felice: “E’ vita, è vita…”,
battendo i piedi sulle pietre sonanti.
Ave, Maria
ch’è madre, madre, madre e tutto La ricorda
ciò che nasce: i teneri animali e la terra e non c’è Dio
che non si senta Madre nell’atto di creare.
“O Figlio – chiede docile Maria – Dio nel mio
ventre e nel ventre di Dio non sono forse figlia?”
Maria che invecchia con il suo dolore, l’angelo
ha spine al posto delle piume… Maria - fachira sul letto
di chiodi sogna fluttuante d’avere una nube sotto
i piccoli piedi ed il serpente s’accascia calmo, svuotato
dal male.
Ave, Maria
trionfante sull’altare, unica chiave
d’accesso a tuo Figlio, mostraci il Figlio! Impara a camminare,
a braccia aperte e tiene l’equilibrio.
E’ già ragazzo, s’arrampica
agli alberi, è svelto e forte. Ne gode la Madre. Si è fatto uomo
tutto s’offre al mondo e non c’è madre a poterlo fermare.
La Madre ha il grembo vuoto del sepolcro, bocca d’attesa
per quell’altro nascere.
Maria Grazia Lenisa
Biografia:
Maria Grazia Lenisa è nata a Udine nel 1935, trasferitasi a Terni, vi ha passato gran parte della sua esistenza. Inizialmente ha aderito alla corrente antiermetica del Realismo Lirico. Le sue produzioni di poesia, hanno attirato l’attenzione di valenti critici quali A. Capasso, F. Flora, F. Palazzi, F. Pedrina ed E. Allodoli. Del 1955 è l’edizione de Il tempo muore con noi, successivamente seguita da libri come L’uccello nell’inverno e il brindisino I credenti. Gli anni settanta l’hanno condotta ad una revisione delle precedenti posizioni di poetica, sono nate così Terra violata e pura ed Erotica, libri che portano la Lenisa ad una svolta nel modo di intendere il ruolo della donna, in particolare, l’eros femminile, troppe volte misconosciuto, dalla società e dalla tradizione sessista. Del pari rivoluzionaria è l’opera successiva, L’ilarità di Apollo, caratterizzata da una ironia, disarmante e libera, su temi erotici ( non limitatamente sessuali) e più ampiamente di costume. Vi si adotta il verso fintamente narrativo ed è abbandonato il realismo lirico della giovinezza, per costituire una poetica metarealistica, incentrata sull’invenzione di un mondo, metaforico e pieno di stupore, regno della Poesia, liberata dalla servitù della vita.
Per la sua nuova impostazione, si sono rivelati determinanti il carteggio e l’amicizia con il critico-poeta G. Barberi Squarotti, prefatore di molte sue opere. La sua produzione è stata feconda, e consta di oltre venti libri. Molti sono antologizzati in Verso Bisanzio, ne ricordiamo, a titolo di esempio alcuni: La ragazza di Arthur ed altre poesie, L’acquario ardente, Laude dell’ identificazione con Maria, L’ agguato immortale, L’amoroso gaudio, Le Bonheur, La predilezione, L’ombelico d’oro, Incendio e fuga, La rosa indigesta., Amorose strategie e l’ultimo, ancora inedito, Il Canzoniere Unico.
Impegnata nella stesura di numerosi saggi di critica letteraria, Maria Grazia Lenisa si è dedicata a scrittori come: A. Capasso, G. Barberi Squarotti, A. Zanzotto, G. Ruggero, S. Spartà, V. Rossi, G. Mascioni, A. Coppola, M. Luzi, F. Delfi, A. Bonanno, A. Manuali e C. Calabrò. Ha pure incoraggiato molti giovani e seguito gli appassionati. Numerosi premi e riconoscimenti le sono stati attribuiti. E’ da segnalare, inoltre, un suo saggio di estetica comprensiva a carattere fenomenologico che riconsidera, sotto un’ottica polivalente, il ruolo dell’ispirazione, accedendo a contributi estetici diversi e innovativi. Il saggio in questione, elaborato insieme alla figlia e coautrice Francesca Alunni, ha come titolo: La dinamica del comprendere.
C’è poi la curiosità del romanzo, ancora inedito, La mela di coccio, unico esperimento per l’autrice. Nel novembre del 2003 è stata insignita del "Diploma honoris causa" dall'Istituto di Cultura Superiore del Mediterraneo di Palermo e Monreale. Ha curato, dalla fine degli anni ’80, la collana del Capricorno per la Casa Editrice Bastogi, svolgendovi un’intensa attività di consulenza e studio. La sua figura poetica è inserita nella Storia della Civiltà Letteraria. (UTET). Il 28 aprile 2009 è deceduta dopo una lunga malattia.
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5 commenti:
E' un'emozione vivissima scorrere i versi di mia madre che tanto hanno occupato la sua vita... Ricordare la loro genesi rappresenta per me un onore! Ringrazio Federica per l'attenzione e la cura che da sempre contraddistingue le sue proposte. Marzia Alunni
Leggere Maria Grazia Lenisa è diventato, per me, un appuntamento a cui non devo mancare almeno una volta a settimana, come una terapia, come una scuola, come un riferimento che assolutamente non devo perdere di vista. Per questo ringrazio Marzia Alunni che me l'ha fatta conoscere e ringrazio tantissimo la cara Federica che qui la propone. Lenisa va ricordata perché rappresenta un bastione nella poesia del secondo novecento.
sebastiano
Danno i brividi questi testi di Maria Grazia Lenisa! per l'incisività del linguaggio, per la forza dei sentimenti espressi, per i misteri contemplati, per la bellezza delle immagini.Per il loro realismo. E' un sorseggiare la vitalità poetica e un donarla al mondo!
Rosaria Di Donato
Grazie ai lettori, agli amici, a coloro che si sono soffermati sui testi di M.G. Lenisa e grazie a Marzia Alunni per la sua devota opera di diffusione del prezioso lavoro della madre.
Nightingale
Maria Grazia Lenisa è la poetessa dalla calligrafia aggraziata, così fantastica e amabile, quell'elastica intensità arrotondata che ha dentro la pigra suggestione di un oggetto "a" mai sopito.
Tanto per rifarci all'antologia grafopoetica Il Poeta e il Grafologo, Unipo Ragusa 1984, che facemmo con Giovanni Occhipinti.
V.S.Gaudio
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