Photobucket

Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

domenica 27 gennaio 2013

Giornata della memoria 2013



“Anche oggi il mio cuore è morto più volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorità. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventerà così sfinito e consunto da non poter più volare liberamente come un uccello”.

Etty Hillesum

lunedì 21 gennaio 2013

The great frost


R.O Blechman presenta "Simple gifts" (1977) THE GREAT FROST basato su un segmento di "Orlando" di Virginia Woolf. Narrato da Hermione Gingold. (Parte 4 di 7)


Enjoy.


mercoledì 16 gennaio 2013

Stanze del Nord, recensione di Maria Gisella Catuogno




Recensione a Stanze del Nord, Onirica Edizioni 2011

a cura di Maria Gisella Catuogno

La poesia di Federica Galetto si dipana in un universo esistenziale costituito dai temi di un rapporto affettivo complesso e variegato; di un anelito, seppure destinato allo smacco, all’assoluto; di una costante e fruttuosa ricerca di sé, dei caratteri della propria interiorità e orgogliosa individualità; di un’affollata presenza di creature animali e vegetali che acquistano talvolta sembianze umane; di una implacabile e salvifica urgenza di scrittura.
Il rapporto con l’altro per eccellenza, con chi non di rado è chiamato amore, è fonte di attesa trepidante e ansiosa:

assolta come sposa resto/sui gradini della chiesa/ad aspettare il tuo arrivo
ti leggo e ti sento arrivare come il raggio/del mattino sui colli
t’aspetto come s’aspetta un tuono in Creata e fatta  immagine;
mentre riaffiora il ricordo dello stupore di scoprirsi innamorati e disegnare progetti di felicità in Desto le cose:

di anni che di venti ne avevamo/e cieli ci ospitavano gravidi/dei figli nostri sognati la notte/sulle panchine del parco e nei viali

Ma la complessità del rapporto amoroso si conferma in Riverberi di sbeccati contrasti, dove le opposizioni diventano cirri densi di diversità in abisso mentre in Dicotomie sterili nei contrapposti si evidenzia la lacerazione, lo scontro, la sterilità comunicativa. Una sterilità che viene ribadita nel titolo fortemente icastico Hai cosparso di sale la mia terra con conseguenze che l’io poetico non esita a denunciare:

senza speranza non sorrido/né apro al mattino la porta

Il desiderio di essa comunque non viene meno, pur nel riconoscimento degli enigmi dell’attrazione/repulsione, tanto che qualche verso dopo si ammette:

Era tempo di distendersi ad aspettare ancora/che la felicità sgorgasse da quelle rocce fragili
anche se l’amore non sazia/non sazia/non sazia! riempie caverne/case di marmo nella lirica Nei polsi deboli dove il sentimento è riconosciuto incapace di fondere davvero due creature, perché le individualità restano spiccate e irriducibili. Tanto che nella penultima poesia della silloge, Te l’ho detto, l’io lirico, attraverso un lessico insolitamente piano e dimentico di ogni ermetismo, si offre al suo amore come casa/ostia/cibo per il cuore acquistando il tono dell’avvertimento e dell’esortazione in una dignitosa affermazione di un sé perché è spirito di carne/ o carne di spirito e si nutre d’abbagli e di gusci/pieni di quel nascondersi per farsi vedere.
Come a sottolineare che la diversità non può venire colmata ma deve essere conosciuta e rispettata: esclusivamente su tali premesse è possibile la declinazione gratificante degli “amorosi sensi”.
Se il rapporto con il partner può essere problematico, quello con la natura solitamente offre pozzi di sollievo come in Altri inverni verranno e tutta quanta la raccolta ospita una miriade di creature, specialmente alate: tortore colombe gazze libellule corvi cigni tordi farfalle meduse conchiglie cicale leprotti fagiani, ma accoglie anche alberi e fiori, in cui pare che la flora acquisti sembianze e comportamenti umani e l’autrice si chiede se parlano le ortensie alle viole/come distese sul letto a confessare (Mutazioni).
Se l’ascolto da parte di Dio non è assicurato Perché non sei rimasto in ascolto Dio/non volevo che acquiescenza sul male/un getto di pace nel buio/ossia speranza intricata e ferma, è invece salvifico, seppure faticoso, l’approdo alla scrittura:
Mi schianto di versi e di freddo/per sapere ancora di essere intera in E scendo e in Me ne curo poco, non è retorico il chiedersi Ma cosa farei senza pane da scrivere.
Nelle Stanze del nord, dove si offuscano i toni decalcificando muri e giardini immobili il linguaggio, parallelamente alla complessità e profondità dei temi trattati, appare spesso aspro, originale, prezioso ed ermetico; ma dove la tensione esistenziale s’allenta, cedendo il passo a soste e respiri d’armonia, il lessico diventa piano, comprensibile, quasi quotidiano. Come un gomitolo che si dipana lentamente, sciogliendo nodi cammin facendo, e del quale la poetessa sa tenere ben saldo il filo e governarlo a dovere.
Del resto, come non ritenerla capace, se lei, come confessa, sa persino ammansire colombe?


Maria Gisella Catuogno
gennaio 2013 


venerdì 11 gennaio 2013

Taravella e Galetto in un Canto Breve



Foto dal web



Canto breve



il passo affrettato che gira come cardine sciolto
il riflesso trapassa scola nel polso aggrappato al bordo
inceppato di un rosa spietato - ora che mi cammini
sono ad un passo dal viso - in un bacio
che disarma anche l'inchiostro
(A. Taravella)


*

delle brume svanite ai caldi ristagni
dei polsi aggrappati di rosso tradire
le gonne anche alzate o rimosse
per strada
con sogni richiusi i portoni
domestici ricordi apparenti
di giorni trascorsi a non farsi male
le curve appiattite nel petto
respirando miele
(F. Galetto)




Il blog di Antonella Taravella

http://nevertearusapart.wordpress.com/

martedì 8 gennaio 2013

Supporto a Rebstein







Perché wordpress ha bloccato La dimora del tempo sospeso?
Cliccando sul blog appare:

rebstein.wordpress.com is no longer available.
This blog has been archived or suspended for a violation of our Terms of Service.
For more information and to contact us please read this support document.

Ho appreso su Facebook, grazie a un post di Viola Amarelli, che Francesco Marotta non ne conosce la ragione. La Dimora aveva sospeso le sue pubblicazioni qualche mese fa ma aveva ripreso proprio in questi giorni per la gioia di tanti che considerano il litblog, che raccoglie il lavoro inestimabile di Francesco, un punto di riferimento prezioso per chi ama la poesia. Speriamo che tutto si risolva quanto prima, da parte mia tutto il supporto a Francesco. Marotta.

Federica



giovedì 3 gennaio 2013

Paradise Lost - Buon Anno 2013



Photo: Getty














Excerpt from Paradise Lost
by John Milton
(Dover Editions - 2005)

Estratto da Il Paradiso perduto
di John Milton 

(Eve speaks to Adam)

With thee conversing I forget all time,
All seasons and their change, all please alike.
Sweet is the breath of morn, her rising sweet,
With charm of earliest birds; pleasant the sun
When first on this delightful land he spreads
His orient beams, on herb, tree, fruit, and flower,
Glistering with dew; fragrant the fertile earth
After soft showers; and sweet the coming on
Of grateful evening mild, then silent night
With this her solemn bird and this fair moon,
And these the gems of heav'n, her starry train:
But neither breath of morn when she ascends
With charm of earliest birds, nor rising sun
On this delightful land, nor herb, fruit, flower,
Glistering with dew, nor fragrance after showers,
Nor grateful evening mild, nor silent night
With this her solemn bird, nor walk by moon,
Or glittering starlight without thee is sweet.









(Eva parla ad Adamo)

Conversando con te dimentico tutto il tempo,
Tutte le stagioni e il loro mutare, tutto nel mentre m’aggrada.
Dolce è il respiro del mattino, il suo levarsi lieve,
nel fascino dei primi uccelli; piacevole il sole
Quando compare su questa deliziosa terra
diffondendo i suoi raggi d’oriente, su erba, alberi, frutti, e fiori,
Luccicante di rugiada; profumata la terra fertile
dopo le piogge delicate; e dolce il giungere
della sera grata e mite, poi la notte silente
Con questo suo uccello solenne e questa luna chiara,
e queste gemme del paradiso, suo treno stellato:
Ma né il respiro del mattino quando s’alza
Nell’incanto dei primi uccelli, né il sole nascente
Su questa terra incantevole, né l’erba, i frutti, i fiori,
che brillano di rugiada, né il profumo dopo le piogge,
né la sera grata e mite, né la notte silente
con questo suo uccello solenne, né il passeggio innanzi alla luna,
O la luce scintillante delle stelle è dolce, senza te.



Traduzione di Federica Galetto ©







Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...