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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

giovedì 28 aprile 2011

LOREDANA DI BIASE




Disegno di Loredana Di Biase





















Aspetta che l'aria si faccia solenne
svanite le polveri mortali
quando
afferrati i nostri piedi
torneremo a posarli
su basi di marmo
Ancora oggi scoprimmo l'archetipo
quell'ultima "v" tra i monti
che c'insegnarono
prima di nostra madre
a leggere.





Mia madre mi comprò
due scarpe di prudenza
nere coi lacci
io volevo scarpine sfuggenti
da inseguire agli scivoli
Ora
deforme nei piedi
m'inerpico
capramannara urticante
e ho dolore alle piante





ai miei cani


sognamo una notte di stelle
accucciata su noi
una notte di stelle calde
fra cielo e muschio!
Nelle discese franate
dove la luna ricompone gli spettri
mi offro bianca ai tuoi occhi
sazi di odore
e ti conduco sul nostro letto
nuovo
di parole modeste






Là dove poggiano il fianco le biciclette
in quello sfondo esangue
arrancavano le mie idee
Tra studi insignificanti
s'infiltravano nei sassi
a cercare conchiglie fossili
(qualcuno le rubò tutte in un giorno
forse lo stesso che aggiungeva spine
alla corona di Nostro Signore)
Quelle idee non conobbero mai
l'equilibrio della pedalata





Dov'era l'uomo con la fionda


Come non riconoscere quel tipo d'inchiostro
che t'imbrattava le notti
quando col coraggio di un eroe
scrivevi parole di sangue
Se la parola mi delude
è perché non si lascia toccare
non è parola di tutti i giorni
parola di pane e sale
Noi non torneremo dov'era l'uomo con la fionda
e il cielo si metteva di mezzo a premerci ai nostri posti
Fatto salvo il capitolo
la Legge di Newton
merita un epitaffio
un baffo d'ironia
su quanto rimane a mezz'aria



Loredana Di Biase



Biografia:

Loredana Di Biase, siciliana di Messina, Nata a Roccadimezzo (L'Aquila) il 5 Marzo 1947, ha insegnato Lettere nella scuola media fino al pensionamento avvenuto nel 2001Rimasta vedova nel 2004, ha due figli grandi.
E tre cani.

Scrive sul blog di Diotima

http://diotima47.blog.tiscali.it/

e su

http://processoallaparola.splinder.com/

giovedì 21 aprile 2011

FOCAULT'S PENDULUM - Subhankar Das




Photo credit Nightingale







Focault's Pendulum



How are you
Are you still a bird
Or a deer of the dawn
Jumping the red blue signals
I search for my forest
Thickets, under woods, nook and corners
Are flushed with the sun
The forlorn noonday of the city
Are so far away from me
As if they are crossing the border everyday
I put the shadows and a tiny piece of memory
Of this sea afloat


A sms like this an emptiness in this stark sunshine
Just cannot take it anymore
Just think a whole sea or a bunch of dry bindweed
Drying up on the table
Which the deer’s might come some day to eat
Flaring up and down red blue of the city
Maybe are casting their shadows
Images of dry sweat and the salt of the water
Of naked chaotic lane by lanes getting stuck
While trying to make way brushing past
The continuous prattle of other memories
And a safety pin of a time of split-colours
Dangles like a pendant




Il Pendolo di Focault


Come stai
Sei un uccello, ancora
O un cervo dell’alba
che salta i segnali rossi e blu
Cerco la mia foresta
Fratte, sotto bosco, cantucci e angoli
sono scivolati via con il sole,
il misero mezzogiorno cittadino
Sono così lontani da me
Come se attraversassero il confine ogni giorno
Tengo le ombre e un minuscolo pezzo di ricordo
di questo mare, a galla

Un sms come questo è un vuoto nel sole desolato
Non lo sopporto più
Penso solo ad un intero mare o ad un mazzo di convolvolo secco
che inaridiscono sul tavolo
a cui possa un giorno il cervo venire a nutrirsi
nell’infiammarsi alterno dei rossi e blu della città
Forse stanno plasmando le loro ombre
Immagini di sudore asciutto e il sale dell’acqua
Di un viale caotico e nudo presso viali congestionati
Tentando di farsi strada nel grattar via il passato
Il continuo cianciare di altri ricordi
E la spilla di sicurezza di un tempo dai colori screpolati
dondola, come un pendaglio


Subhankar Das
(First published on Negative Suck - Pubblicata su Negative Suck)


Traduzione di Federica Galetto

sabato 16 aprile 2011

AXEL




Pierre Albert Marquet














Disegnando i Tragitti di un Fragile Contatto




(Senza fine i cerchi)


Ghiaccio e polvere d’oro in flusso,

muse o meteore, mine vaganti

nel cosmo affilato della mia veglia,

tra i profumi predati senza veli

da un’eclisse totale, avvolgente

come velluto che brama le forme

per conservarne ardenti le impronte.



(di perfetta intesa)


Boccheggio negli spazi infiniti d’apnea,

fra labbra concesse al rogo che sfibra,

ricoperto di galaverna e latteo vapore

di fiato solare, che sventaglia le chiome

sulla scia dei sogni, da qui all’eternità,

fra lune esibite al colmo di stimoli

all’urto d’asteroidi, su euforica via.


(racchiudono i nomi)


Torce d’edera le carezze,

legano i mondi impalpabili dell’Idea,

in fioritura sottopelle.


(che il fato assegna)




Axel

giovedì 14 aprile 2011

KATHERINE MANSFIELD - POESIA IN TRADUZIONE





Collage Federica Nightingale








Spring Wind in London (1909)


I blow across the stagnant world,
I blow across the sea,
For me, the sailor's flag unfurled,
For me, the uprooted tree.
My challenge to the world is hurled;
The world must bow to me.
I drive the clouds across the sky,
I huddle them like sheep;
Merciless shepherd-dog am I
And shepherd-watch I keep.
If in the quiet vales they lie
I blow them up the steep.
Lo! In the tree-tops do I hide,
In every living thing;
On the moon's yellow wings I glide,
On the wild rose I swing;
On the sea-horse's back I ride,
And what then do I bring?
And when a little child is ill
I pause, and with my hand
I wave the window curtain's frill
That he may understand
Outside the wind is blowing still
...It is a pleasant land.
O stranger in a foreign place
See what I bring to you.

This rain--is tears upon your face;
I tell you--tell you true
I came from that forgotten place
Where once the wattle grew.
All the wild sweetness of the flower
Tangled against the wall.
It was that magic, silent hour
The branches grew so tall
They twined themselves into a bower.
The sun shown... and the fall
Of yellow blossom on the grass!
You feel that golden rain
Both of you could not hold, alas,
Both of you tried, in vain.
A memory, stranger. So I pass
It will not come again





Loneliness (1910)


Now it is Loneliness who comes at night
Instead of Sleep, to sit beside my bed.
Like a tired child I lie and wait her tread,
I watch her softly blowing out the light.
Motionless sitting, neither left or right
She turns, and weary, weary droops her head.
She, too, is old; she, too, has fought the fight.
So, with the laurel she is garlanded.
Through the sad dark the slowly ebbing tide
Breaks on a barren shore, unsatisfied.
A strange wind flows... then silence. I am fain
To turn to Loneliness, to take her hand,
Cling to her, waiting, till the barren land
Fills with the dreadful monotone of rain.





Vento di primavera a Londra

M’involo attraverso il mondo stagnante,
m’involo attraversando il mare,
Per me, la bandiera del marinaio dispiegata,
Per me, l’albero sradicato.
Lanciata è la mia sfida al mondo;
il mondo deve inchinarsi a me.
Guido le nubi in cielo,
le raggruppo come pecore;
Sono spietato cane da pastore,
guardia del pastore rimango,
Se giacciono nelle quiete valli
Le sospingo su per il pendio.
Ecco! Sulle cime degli alberi mi nascondo,
in ogni cosa vivente;
volo sulle ali gialle della luna,
sulla rosa selvatica dondolo;
Cavalco il dorso del cavalluccio marino,
e cosa porto dunque?
E quando un bambinetto è malato
Mi fermo, muovendo con la mano il volant
della tendina alla finestra
affinché possa intendere
che all’esterno il vento ancora soffia
Ed è una terra amena.
O straniero in terra straniera
Guarda cosa porto per te.
Questa pioggia è come lacrime sul tuo volto;
Ti dico – ti dico in verità
Ch’io vengo da quel luogo dimenticato
Dove un tempo cresceva l’acacia.
Tutta la selvatica dolcezza del fiore
Aggrovigliato contro il muro.
Era quella magica, silente ora
I rami crescevano tanto alti
da avvolgersi in un pergolato.
Il sole splendeva e quel cadere
di gialli boccioli sull’erba!
Sentite quella pioggia dorata
Entrambi senza riuscire a trattenerla, ahimè,
entrambi avete tentato invano.
Un ricordo, straniero. Così, io passo oltre
Tutto ciò non tornerà più.





Solitudine

Ora è la Solitudine che giunge la notte
Al posto del sonno, e siede accanto al mio letto.
Come un bambino stanco rimango distesa
E attendo il suo passo,
la guardo spegnere dolcemente la luce.
Sedere immobile, neanche a voltarsi a sinistra
O a destra, ed esausta, esausta chinare il capo.
Anche lei è vecchia. Anche lei ha combattuto la battaglia.
Così, è incoronata d’alloro.
Attraverso il buio mesto la lenta marea rifluente
Si spezza sull’arida riva, insoddisfatta.
Monta uno strano vento, poi il silenzio.
Sono pronta a volgermi alla Solitudine,
a prenderle la mano, aggrapparmi a lei,
aspettando, fino a che la terra brulla
si sarà riempita
con la tremenda monotonia della pioggia.


Poesie di Katherine Mansfield

Traduzione di Federica Galetto



martedì 12 aprile 2011

LISA G, INGRID DEE MAGIDSON - arte e poesia

Nel turbinio stolto del magro pasto
annodo i sapori
di quando ancora ero frutto
sull'albero a maturare










Legami attendono
le orme imprecisate delle foglie,
sul cielo di nubi bianche sono le cento colombe
sfilate di volo in volo sui possibili venti


Versi tratti da "Scorrono le cose controvento" di Federica Galetto
Edizioni Lietocolle 2010






giovedì 7 aprile 2011

IL MIO VENTO INERTE





Digital Collage di Federica Nightingale




E’ il mio vento inerte,
si sfalda piegando le ali
Crepata fuliggine pietosa
dei sensi restringente al collo
Di pietre di fiume neppure
una misera ombra

Si lasciano perdere a tratti le
infinite curve del suolo che
S’alza in volo di polvere

E le cascate di sole netto
al limitare del cuore imbandito
scrosciano impetuose senza dire,
senza sperare nel gioco di luce








E’ il mio vento inerte,

[My quiescent wind]

A risollevare la sorte del ridere
A impiegare le forze in turbinii
Multiformi

[My quiescent wind rises up]

Anche le parole sfilettate e crude
si mangiano appena se tu sai
di sentirmi anche senza ch’io parli

Nei rimedi di indigesta forma si
spacca la Verità e le foglie cadono
invadendo rossori e preludi preziosi
nascosti da sole voci mute

nell’alzarsi sconnesso del vento che insiste
senza mai davvero crocifiggermi

[wind,wind blows so far from me]

(It spreads a liminal line between us
And no sounds can be heard anymore)




Nightingale
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