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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

martedì 9 ottobre 2012

LE COSE RACCONTATE - Visioni estemporanee


Non so. Forse le cose raccontate sono vere, o solo sono raccontate affinchè diventino tanto vere da diventare fantasie temibili, incubi da cui mai lasciarsi prendere. Se delle volte mi fermo a pensare alle peggiori ipotesi, allora esse diventano vere, tangibili, e mi sembra in un breve lasso di tempo d'essere diventata quel pensiero, quella indesiderata cosa. Poi, altre volte, credo davvero di non essere influenzabile e mi sento tanto forte da poter eludere orchi e draghi e spade puntate al mio petto. E non mi credo, non mi presto attenzione, mi derido. In fondo la mente si plasma con il pensiero, e se potessi pensare e plasmarmi nella donna perfetta, sarebbe tutto risolto. Ma non mi curo del presente e del vero significato del male, mi accetto per come sono, nel senso che mi amputo gli arti e la lingua per non credere all'evidenza. Mi distraggo a pensare che sono solo falsità della mente quelle sofferenze e imperfezioni e allora le percuoto, le sfiguro, le seziono come facevano i killer nei libri ottocenteschi, nell'ombra dell'orrore e della paura, intenta a trovare una via di fuga senza essere vista, senza essere presa dai gendarmi che mi braccano in lungo e in largo. Le lacrime siedono sempre a guardare le mie imprese; dietro le ciglia, fra la gola e il respiro, esse palpitano e seguono le mie vicissitudini senza mai staccare l'attenzione, senza mai inveire contro me quando sbaglio ed eccedo nel trasformare le idee. Quando mi alzo e cerco di camminare senza ruscirci mi sento in gabbia, catturata, presa e senza possibilità. L'adattamento mi rende nervosa e incomincio a non saper più eludere efficacemente le verità e le cose raccontate. E' un pò come vivere in libertà vigilata, con paletti intorno a limitare i movimenti e le lacrime, stoiche, a far la guardia. Se osservo qualcuno fare ciò che io stessa vorrei fare, è come un ricordo che affiora, e mi sento come quando potevo correre: senza mai averlo raccontato ad anima viva.


Federica Galetto

mercoledì 3 ottobre 2012

ANILA HANXHARI








I versi di Hanxhari hanno un impatto visivo potente. Difficile leggere senza che la mente scorra davanti a sè un turbinio di immagini più o meno piacevoli. L'emozione viene filtrata dall'immagine e dall'immaginario dell'autrice che riesce così a raggiungere il lettore. Alacremente, come gli insetti che pervadono i suoi versi, Anila lavora nell'osservazione dei propri mondi interiori tentando di cederli all'esterno senza mai arrendersi all'ovvio o al già sentito. Spesso le metafore accolgono un'impronta disturbante, talvolta fuorviante, e seguono percorsi di consapevolezza poco battuti. Non è una lettura di facile comprensione, non immediata almeno. Sempre ammesso che la Poesia vada capita. Qui si capisce poco e si immagina molto, si guarda un cortometraggio interessante di breve durata ad alta intensità. Il "vecchio che nasconde le briciole nella barba" diventa un'icona della passione umana che va per il mondo accogliendo i resti del vissuto, e pare quasi di sentirla quella "risata muta dei ragni", di provare profonda pena per i "mozziconi di farfalla", perchè la vita ci mette davanti ciò che non vogliamo affrontare, fino a quando siamo costretti a farlo:

I corvi mi hanno mangiato i piedi
Mi hanno costretta a volare













Mi fuoriesce l’erba in sciame

Mi fuoriesce l’erba in sciame
Di api che nevicano ombre d’altare
Qualcuno mi strappò la placenta
Per chiedermi del sonnambulo
Dei crampi di quercia giù per la pancia
Con l’ombra cieca come grano di talpe
Che sbatte su e giù per le pietre dei fiumi
Tanto da strizzare l’uomo
Che come prete lo confessa
E appoggiare il capo nudo
Quando le spalle rese sorelle
La riconosceranno come proprio
La lontananza che dà il castigo
È la stessa che ha gli occhi allenati al furto
E al crocifisso


Uscendo dalle pagine sapevo
Un segnalibro porta vento

Io nascevo a singhiozzi
In una casa condivisa da ospiti
Su cento alberi e un brano
Raggiungendo la libertà senza parlarne
Con la valigia di veli a luce piatta
Malgrado il falegname di esili
Scolpiva la dote della Venere
Avevo mozziconi di farfalle
Le persiane sconfitte dai tamburi
I pezzi del mare ammucchiato
Fra i banchi
In un brivido a ombrello
I corvi mi hanno mangiato i piedi
Mi hanno costretta a volare
A fare orli di donna con i seni
A sfamare di latte gli angeli
E l’impasto crudo dei passi
Origliando il grido che raggela e tinge
Le maschere di lieviti dei profeti
Sull’ombelico bruciato delle cagne
L’ora che spera di durare l’amore


Nell’incognita mi decifreranno il passaporto
E la mia indoli segreta di sopportazione
Io che sono nata dal drink di due calici
E dalla risata muta dei ragni
Da quando mia madre gli stava alle calcagna
Ho compreso gli artigli sui muri
E una toppa sui naufraghi
A furia di arredare fiamme
Non ci sono più nascondigli
Tutto si gioca
Facendo finta di calarsi dai volti
Tutto ciò che passa ricomincia da solo

La nostalgia è mettere in ordine le albe
Dentro un vecchio che nasconde briciole nella barba
E una ruga sul guanciale
Ha ancora denti di latte
Un tatuaggio di rami sulla fronte
Passa una mano tra i capelli
Pettinando gli anni intoppati
Tutto ciò che passa ricomincia da solo
Su un cerume di luce nelle unghie
Prima di andare mette le ciglia sull’erbario
La lingua sotto la parola
Lo alzerà e scorreranno insetti dappertutto
Come albe
Per accordare le dita ingiallite nella saliva
La caduta della pelle sotto i peli
Ha i figli su un rene li lascia e si rilassa
Il vecchio è una nostalgia di posacenere
La nostalgia è un vecchio rilegato.

Anila Hanxhari

poesie tratte da "Cicatrici d'acqua" (ed. Noubs)




Biografia:
Anila Hanxhari è nata nel 1974 a Durazzo (Albania), vive a Lanciano (Chieti). Ha al suo attivo per la poesia le raccolte Io tu e l’anima Ed. Ianieri, Assopita erba dell’Est (Noubs, 2002), Cicatrici d’acqua (Noubs, 2007 - prefazione di Giuseppe Conte, con una nota di Massimo Pamio), è presente nell’Antologia “Nuovissima poesia italiana”, a cura di M. Cucchi e A. Riccardi, Mondadori, 2005. Nell’antologia “ I poeti Italiani per l’Abruzzo e l’Aquila” Ed. Tracce. Sue poesie sono apparse su “Lo Specchio de La Stampa”. Ha vinto vari premi (tra cui il Premio Camaiore-Proposta 2002, il Premio Matacotta opera prima 2003, concorso RAI Miss Poesia 2006, il Premio Valle Senio, il premio Poesia nella vita 2011)e tanti altri, è stata invitata in diverse manifestazioni letterarie (tra cui il Festivaletteratura di Mantova 2006). È Presidente dell’Associazione Culturale “Italfida”, con cui ha ideato e curato molte rassegne di letteratura e arte. È anche pittrice presente in diverse mostre collettive e narratrice. In uscita "Brindisi degli angeli" (La vita felice)


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