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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

lunedì 28 novembre 2011

Poesia in traduzione - Olafur Arnalds








"Memories. Memories blur into dreams. Light brings them to truth. Everything unforgiving. Everything becoming hallow. Loneliness consumes and there is no way back. The places you played, the places you called home, the people you thought you loved, all of them. Reduced to a memory of another life. A life you never lived. All the yesterdays that came from tomorrow, all the tomorrows that never came from yesterday. A new beginning because forever is never forever"


"Ricordi. I ricordi sfumano nei sogni. La luce li porta alla verità. Ogni cosa è inesorabile. Ogni cosa diventa santa. La solitudine consuma e non c'è via di ritorno. I luoghi in cui giocavi, i luoghi che chiamavi casa, le persone che pensavi d'amare, tutti loro. Ridotti ad un ricordo di un'altra vita. Una vita che non hai mai vissuto. Tutti gli ieri che venivano dal domani, tutti i domani che mai vennero dallo ieri. Un nuovo inizio perchè per sempre non è mai per sempre"


Olafur Arnalds

Traduzione di Federica Galetto

giovedì 24 novembre 2011

SARA TEASDALE - Poesia in Traduzione






CHANGE

di Sara Teasdale



Remember me as I was then;

Turn from me now, but always see

The laughing shadowy girl who stood

At midnight by the flowering tree,

With eyes that love had made as bright

As the trembling stars of the summer night.

Turn from me now, but always hear

The muted laughter in the dew

Of that one year of youth we had,

The only youth we ever knew --

Turn from me now, or you will see

What other years have done to me.




CAMBIAMENTO


Ricordami dunque com’ero;

Voltati da me ora, ma sempre vedi

La ragazza sorridente e ombrosa che stava

A mezzanotte presso l’albero in fiore,

con gli occhi che l’amore aveva reso luminosi

come le stelle tremanti della notte estiva.

Voltati da me ora, ma sempre ascolta

La tenue risata nella rugiada

Di quell’anno di giovinezza che avemmo,

l’unica giovinezza da noi mai conosciuta –

Voltati da me ora, o vedrai

Ciò che gli altri anni m' hanno fatto


Traduzione di Federica Galetto



Biografia:

Sara Teasdale (1884 -1933)

Scrittrice americana di St. Louis, scrisse molte raccolte di poesie e nel 1918 vinse il Premio Pulitzer. Morì suicida nel 1933. Nel 2010, le opere di Sara Teasdale vengono pubblicate in Italia per la prima volta, "Gli amorosi incanti", con la traduzione di Silvio Raffo per i tipi di Crocetti Editore ("Nei suoi versi eleganti e struggenti, offerti qui al lettore italiano nella sapiente versione di Silvio Raffo, s'impone con irruenza l'eterno tema dell'amore, distillato e dosato con incantevole sprezzatura, in perfetto equilibrio tra passione e ironia" - dalla scheda di lettura di Crocetti Editore)

lunedì 14 novembre 2011

REINER MARIA RILKE - La Pantera - Poesia in traduzione


Fonte immagine: topipittori.blogspot.com




Rainer Maria Rilke

Der Panther

Im Jardin des Plantes, Paris



Sein Blick ist vom Vorübergehn der Stäbe

so müd geworden, daß er nichts mehr hält.

Ihm ist, als ob es tausend Stäbe gäbe

und hinter tausend Stäben keine Welt.

Der weiche Gang geschmeidig starker Schritte,

der sich im allerkleinsten Kreise dreht,

ist wie ein Tanz von Kraft um eine Mitte,

in der betäubt ein großer Wille steht.

Nur manchmal schiebt der Vorhang der Pupille

sich lautlos auf -. Dann geht ein Bild hinein,

geht durch der Glieder angespannte Stille -

und hört im Herzen auf zu sein.



La pantera

Per il va e vieni, tanto stanco è divenuto il suo sguardo

che nulla più trattiene

E’ come ci fossero mille sbarre

E dietro mille sbarre nessun mondo

Nel molle andare più flessuoso il passo

Che nel minor cerchio ruota,

è come danza di forza attorno a un centro,

ove stordita una gran volontà rimane

solo talvolta silenzioso il velo della

pupilla si solleva – poi penetra un’immagine

attraverso il silenzio teso delle membra -

E nel cuore si smorza


Traduzione di Federica Galetto


giovedì 10 novembre 2011

GRACE ANDREACCHI - Poesia in Traduzione






Jan Van Eyck




IN THE GOLDEN CHAMBER OF ST. URSULA


Bones spiral outward

drenched in gold

small and thin, chicken or child
Golden chrysalis of pain

a stillness unbroken

by waves of thunder
That last night of Mary’s month

the sky dripped fire

and eleven thousand
Stars burned in the wayward streets

men phosphorescent

turned to little lumps of clay
In our hour of need, O Princess

did you spread wide

your ermine cloak?











NELLA CAMERA DORATA DI S. URSULA

Ossa a spirale che appaiono
fradice d’oro

piccole e sottili, di pollo o bambino
Dorata crisalide di dolore

un’immobilità ininterrotta
da onde di tuono

Quell’ultima notte del mese di Maria
il cielo gocciolava fuoco

e una squadra di cento
stelle bruciava nelle strade ribelli

uomini fosforescenti
mutavano in piccoli blocchi d’argilla

Nell’ora del nostro bisogno, O Principessa

Hai allargato il tuo ampio mantello
d’ermellino?




ASSUMPTION


A sudden whoosh!

of blue air under you

Earth dives away

Angels around you flying

Don't look down!

You're falling up

into the light

And a minute ago you lay dying

Heaven opens like a rose

to swallow you

Our last best hope

is to follow you

Into the sound of white wings sighing

How far is up

If you cannot see the ground?




ASSUNZIONE


Un fruscio improvviso!
D’aria blu sotto di te

La terra sommersa
Gli angeli ti volano intorno

Non guardare giù!

Stai cadendo
dentro la luce

e un minuto fa eri morente

Il paradiso si apre come una rosa
ad ingoiarti

La nostra ultima migliore speranza
è seguirti

nel suono di sospiranti ali bianche

Quanto lontano è quassù
Se non riesci a vedere il suolo?





TONIGHT

Tonight I give you twelve glass boxes

evenly spaced and lit from inside

you may name each one as you will

apostle or child
Tonight I give you a castle by a lake

and its blue, shattered double

I give you a stone sky

perfectly wrought in white
Tonight I give you the whole of this wide black river

and the moon not quite full

I give you the white domed church

innocent of tourists
I give you Monsieur Paul’s soft-lipped maidens

to comb with languorous brown fingers your hair

and knead your thighs with their feet

I give you the news about royalty

and all the best recipes

for eternal happiness

as read on the tube
I give you night kisses cold cheeks

pressed to yours

my heart




STANOTTE

Stanotte ti do dodici scatole di vetro
regolarmente disposte e illuminate all’interno

ognuna la puoi chiamare come vuoi
apostolo o bambino

Stanotte ti do un castello in riva al lago
e il suo doppio, blu e in frantumi

Ti do un cielo di pietra
finemente lavorato di bianco

Stanotte ti do tutto questo vasto fiume scuro
e la luna non ancora piena

Ti do la chiesa dalla cupola bianca
innocente di turisti

Ti do le fanciulle dalle labbra morbide di Monsieur Paul
per pettinare con languorose dita dorate i tuoi capelli
e massaggiare le tue cosce con i piedi

Ti do notizie sulla famiglia Reale
e tutte le migliori ricette
per l’eterna felicità
come si legge in metropolitana

Ti do baci notturni e fredde guance
premute alle tue

il mio cuore




TO CHRIST, THE BRIDEGROOM


They say I’m the bride but

You and I know, O best Beloved,

we know better.

The bride? This silly child
net curtain over her head

hands clasped in semblance of prayer

beaming bright-eyed laughing coquette

Who’s fooled?
But love’s all in earnest

All to thee, my heart.

O you, who loved little ones
Suffer this, your child-bride

to come, creeping softly

into your arms this night.





A CRISTO, LO SPOSO

Dicono che io sono la sposa ma
Tu ed io lo sappiamo, O mio Adorato,
lo sappiamo ancor di più

La sposa? Questa sciocca bambina
che gioca
con la tendina della finestra sul capo

le mani strette in una parvenza di preghiera
splendendo di civettuoli occhi radiosi e ridenti

Chi ha imbrogliato?

Ma l’amore è tutto in verità
Tutto per te, cuore mio

O tu, che hai amato i piccoli
Permetti questo, che la tua sposa-bambina
giunga, avanzando lievemente

questa notte fra le tue braccia




Grace Andreacchi

Traduzione di Federica Galetto







Grace Andreacchi scrive Poesia, Narrativa, Sceneggiature per il Teatro ("Non necessariamente in quest'ordine" precisa lei). La sua Poesia, ricca di riferimenti al Sacro, ha una musicalità gradevolmente retrò ma ancorata dai contenuti ad una contemporaneità disarmante,sottile,profonda. Si occupa di editoria e dirige la casa editrice no-profit Andromache Books. Nata e cresciuta a New York, ha vissuto a Parigi e Berlino ma vive attualmente a Londra.

I suoi siti:


https://sites.google.com/site/andromachebooks/



giovedì 3 novembre 2011

CARLA BENECCHI - Trascolorando



Charles Allan Winter





Non posso negare (e non lo farò) che quando ho letto la Poesia di Carla Benecchi mi si sono allertati tutti i sensi, il cuore mi batteva lievemente accelerato e mi sudavano anche un poco le mani. Sintomi, questi, che mi confermavano secondo dopo secondo di quanto i versi lievissimi della Benecchi avessero iniziato il loro volo, dritti dritti al centro del mio petto. Brevi componimenti, tenuti insieme con lessico (e)legante e raffinato, contenuti di colore rosso, tinti d’eros conclamato eppur (s)velato ad arte:

Avrei voluto pioverti addosso/ ancora penetrarti i vestiti/ le narici/la bocca/ renderti umida la pelle/ infangarti di me ad ogni passo

Avrei voluto/ma aspetto che spiova/ e poi ti corro incontro/ a carponi/ guaisco/ ansimo/ mugolo acquattata/a riscattar carezze/ a leccarti la mano…

Seducente il linguaggio forbito e pregno d’ una terminologia ormai caduta in disuso e in Poesia e altrove, purtroppo. E rifletto sul fatto che l’evoluzione della lingua non ha avuto una vera evoluzione, se per evoluzione si intende un valore aggiunto, un plusvalore che raggiunga sia l’etimologia che la bellezza, l’armonia dei suoni. Leggo molto, per lavoro e per diletto, ma di Poesia che contenga tanta lieve, dolce leggerezza, luminosità e fascino, ne trovo ormai davvero pochissima se non fra i miei libri, nei miei scaffali, dove conservo i miei testi prediletti. La Poesia di Carla Benecchi passa come un’ala, un battito, un soffio di luce e lascia segni impressi a fuoco nel cuore; l’amore non è che delirio e passione bruciante, un solo, unico corridoio da imboccare carponi per trafiggersi di sublime o di vergogna. E si ha la sensazione che l'Amore venga prima della vita stessa. Tutto senza una sbavatura, tutto con la grazia d’una nube che solca il cielo. Se sia il cielo nostro o quello di altri non sono certa, ma una cosa so: la Poesia, quando passa così vicina e ti tocca, raggiunge non solo le vette dell’animo umano ma anche e soprattutto quelle che dividono dal gesto sacro dell’invisibile e dai possibili mutamenti del corso degli eventi. Premonizione estatica la definirei. Carla Benecchi canta il Gesto, del corpo e dei sensi, in una danza muliebre di sconfinata Bellezza.

Federica Galetto






“ TRASCOLORANDO ”






Le poéme – cette hesitation prolongée
entre le son e le sens…
Valery







Una fiammata di gioia
i tuoi giorni
quando correvi dove
lei, l’anima tua voleva,
amata come amata non sarà nessuna

Catullo








PRENDIMI L’ANIMA


Prendimi l’anima
se ad altro essere non palpita
se il brullo dell’inverno
vi specchia il suo rigore
e a tremiti ventosi
Ali – essa - più non ha
alzavola ferita nel vano suo involarsi
da palude
o sciara d’ombrato magma
in luccichio di bragie
spente








dove colpisce il sole
e la mia impronta batte …
C. Yanez





IO

Io
Acqua trascorsa
e ancora scorrente
a frangere
l’orlante velatura della mia viandanza
a fluire e rifluire
Qui e Là
in silente vaghezza fra serti di colore
Io
statica e inquieta
a graffiare di me argini muschiati
Io
Impura
alla mano che vortica nella gora
senza lasciare scia
Io
diafana e umbratile
per ogni dove
Io
Erratica sempre








ti avanzo. Ti avanzo incontro.
Prendimi. Prendi me.
M. Gualtieri





MIMESI


Foglia
sarei nell’irta ascesa
di un’edera stillante
Tremula
al palmo tuo schiuso
o linfa novella d’innevato gattico
Sai …
di quel bioccolo che al cenno raccolto
di una mano
il suo flavo spolvero
scioglie
come polline lieve








Guarda le mie rive di giacinti!
Lascerò la mia bocca fra le tue gambe
la mia anima in fotografie e gigli
G. Lorca







NEL QUI E ORA


Arcana
la dimora del sesso
ha confini vaporanti
di bruma
se una luce repente vi chiarisce

Se un refolo smuove
dal cerchio labiale
l’oscuro grembo
dov’è umida fragranza di bimba

se uno stelo s’irida
sulla dischiusa gemma
ad innevare
l’implume sua candidità








la pace è una seta oscura
dopo l’amore…
A. Istarù




ASSOLO

Restassi nel tuo riposo
per poco restassi ancora
Io
in quella balza
che l’aurora precede versando
fiocchi residui di notte

Non sai di come
di quel fremito inteso nel buio
Io possa fruire
ma lasciami il varco al tuo sonno
l’estrema soglia, l’attesa breve
a vibrare nel tocco del poco

Lasciami l’attimo che anticipa il risveglio
non il Dopo
già segno di ricordo








ti branco, ti trascino, ti tasto al buio
ardente oscurità …
R. Alberti












A FIORE D’OMBRA

Non è detto
che tu sia quiete
nell’arco flesso dei portali
la notte

Distici intensi
traduce il tuo corpo
nel cerchio d’0mbra reciso di luce

Su steli di giada
seleniche stille di te
Io delibo
in tregua di farfalla

A basso volo
su pelle corallo
Tu in posa
a pattinare le righe delle mie ali
intatte…








Prendimi, fai pure le arcate
destinate all’incontro, cerchiami
scioglimi di cinghiate e lamine,
vuotami vuotami
M. Gualtieri




RESTAMI


Tu
come petalo svolato
ancora, ancora restami…

Restami così
a delicate urgenze di piacere
sul frale palpito
di un seno

Infusa del tuo tocco
breve sentirò
quella tua mano di vento stentare
in un cupo ardire
i labili segni
di un prossimo sfarsi
già
a brezzate ombre







torna, prendimi spesso amato spasimo,
torna quando del corpo la memoria si ralluma,
torna più volte,
tutta la carne nel ricordo tendimi
C. Kavafis





AVREI VOLUTO

Avrei voluto pioverti addosso
ancora penetrarti i vestiti,
le narici,la bocca
renderti umida la pelle
infangarti di me ad ogni passo
che ti porta lontano

Avrei voluto
ma aspetto che spiova
e poi ti corro incontro
a carponi
guaisco
ansimo
mugolo acquattata
a riscattar carezze
a leccarti la mano…

Sdraiata
in un solco dell’asfalto
la pozza
dove umetterò la lingua
avrà la forma
del tuo corpo di uomo
che mi sei






Chiara di luna
di luce allaga
bianca ninfea di stagno
Quieta…
al vento che l’attende





Carla Benecchi
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