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STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

giovedì 3 novembre 2011

CARLA BENECCHI - Trascolorando



Charles Allan Winter





Non posso negare (e non lo farò) che quando ho letto la Poesia di Carla Benecchi mi si sono allertati tutti i sensi, il cuore mi batteva lievemente accelerato e mi sudavano anche un poco le mani. Sintomi, questi, che mi confermavano secondo dopo secondo di quanto i versi lievissimi della Benecchi avessero iniziato il loro volo, dritti dritti al centro del mio petto. Brevi componimenti, tenuti insieme con lessico (e)legante e raffinato, contenuti di colore rosso, tinti d’eros conclamato eppur (s)velato ad arte:

Avrei voluto pioverti addosso/ ancora penetrarti i vestiti/ le narici/la bocca/ renderti umida la pelle/ infangarti di me ad ogni passo

Avrei voluto/ma aspetto che spiova/ e poi ti corro incontro/ a carponi/ guaisco/ ansimo/ mugolo acquattata/a riscattar carezze/ a leccarti la mano…

Seducente il linguaggio forbito e pregno d’ una terminologia ormai caduta in disuso e in Poesia e altrove, purtroppo. E rifletto sul fatto che l’evoluzione della lingua non ha avuto una vera evoluzione, se per evoluzione si intende un valore aggiunto, un plusvalore che raggiunga sia l’etimologia che la bellezza, l’armonia dei suoni. Leggo molto, per lavoro e per diletto, ma di Poesia che contenga tanta lieve, dolce leggerezza, luminosità e fascino, ne trovo ormai davvero pochissima se non fra i miei libri, nei miei scaffali, dove conservo i miei testi prediletti. La Poesia di Carla Benecchi passa come un’ala, un battito, un soffio di luce e lascia segni impressi a fuoco nel cuore; l’amore non è che delirio e passione bruciante, un solo, unico corridoio da imboccare carponi per trafiggersi di sublime o di vergogna. E si ha la sensazione che l'Amore venga prima della vita stessa. Tutto senza una sbavatura, tutto con la grazia d’una nube che solca il cielo. Se sia il cielo nostro o quello di altri non sono certa, ma una cosa so: la Poesia, quando passa così vicina e ti tocca, raggiunge non solo le vette dell’animo umano ma anche e soprattutto quelle che dividono dal gesto sacro dell’invisibile e dai possibili mutamenti del corso degli eventi. Premonizione estatica la definirei. Carla Benecchi canta il Gesto, del corpo e dei sensi, in una danza muliebre di sconfinata Bellezza.

Federica Galetto






“ TRASCOLORANDO ”






Le poéme – cette hesitation prolongée
entre le son e le sens…
Valery







Una fiammata di gioia
i tuoi giorni
quando correvi dove
lei, l’anima tua voleva,
amata come amata non sarà nessuna

Catullo








PRENDIMI L’ANIMA


Prendimi l’anima
se ad altro essere non palpita
se il brullo dell’inverno
vi specchia il suo rigore
e a tremiti ventosi
Ali – essa - più non ha
alzavola ferita nel vano suo involarsi
da palude
o sciara d’ombrato magma
in luccichio di bragie
spente








dove colpisce il sole
e la mia impronta batte …
C. Yanez





IO

Io
Acqua trascorsa
e ancora scorrente
a frangere
l’orlante velatura della mia viandanza
a fluire e rifluire
Qui e Là
in silente vaghezza fra serti di colore
Io
statica e inquieta
a graffiare di me argini muschiati
Io
Impura
alla mano che vortica nella gora
senza lasciare scia
Io
diafana e umbratile
per ogni dove
Io
Erratica sempre








ti avanzo. Ti avanzo incontro.
Prendimi. Prendi me.
M. Gualtieri





MIMESI


Foglia
sarei nell’irta ascesa
di un’edera stillante
Tremula
al palmo tuo schiuso
o linfa novella d’innevato gattico
Sai …
di quel bioccolo che al cenno raccolto
di una mano
il suo flavo spolvero
scioglie
come polline lieve








Guarda le mie rive di giacinti!
Lascerò la mia bocca fra le tue gambe
la mia anima in fotografie e gigli
G. Lorca







NEL QUI E ORA


Arcana
la dimora del sesso
ha confini vaporanti
di bruma
se una luce repente vi chiarisce

Se un refolo smuove
dal cerchio labiale
l’oscuro grembo
dov’è umida fragranza di bimba

se uno stelo s’irida
sulla dischiusa gemma
ad innevare
l’implume sua candidità








la pace è una seta oscura
dopo l’amore…
A. Istarù




ASSOLO

Restassi nel tuo riposo
per poco restassi ancora
Io
in quella balza
che l’aurora precede versando
fiocchi residui di notte

Non sai di come
di quel fremito inteso nel buio
Io possa fruire
ma lasciami il varco al tuo sonno
l’estrema soglia, l’attesa breve
a vibrare nel tocco del poco

Lasciami l’attimo che anticipa il risveglio
non il Dopo
già segno di ricordo








ti branco, ti trascino, ti tasto al buio
ardente oscurità …
R. Alberti












A FIORE D’OMBRA

Non è detto
che tu sia quiete
nell’arco flesso dei portali
la notte

Distici intensi
traduce il tuo corpo
nel cerchio d’0mbra reciso di luce

Su steli di giada
seleniche stille di te
Io delibo
in tregua di farfalla

A basso volo
su pelle corallo
Tu in posa
a pattinare le righe delle mie ali
intatte…








Prendimi, fai pure le arcate
destinate all’incontro, cerchiami
scioglimi di cinghiate e lamine,
vuotami vuotami
M. Gualtieri




RESTAMI


Tu
come petalo svolato
ancora, ancora restami…

Restami così
a delicate urgenze di piacere
sul frale palpito
di un seno

Infusa del tuo tocco
breve sentirò
quella tua mano di vento stentare
in un cupo ardire
i labili segni
di un prossimo sfarsi
già
a brezzate ombre







torna, prendimi spesso amato spasimo,
torna quando del corpo la memoria si ralluma,
torna più volte,
tutta la carne nel ricordo tendimi
C. Kavafis





AVREI VOLUTO

Avrei voluto pioverti addosso
ancora penetrarti i vestiti,
le narici,la bocca
renderti umida la pelle
infangarti di me ad ogni passo
che ti porta lontano

Avrei voluto
ma aspetto che spiova
e poi ti corro incontro
a carponi
guaisco
ansimo
mugolo acquattata
a riscattar carezze
a leccarti la mano…

Sdraiata
in un solco dell’asfalto
la pozza
dove umetterò la lingua
avrà la forma
del tuo corpo di uomo
che mi sei






Chiara di luna
di luce allaga
bianca ninfea di stagno
Quieta…
al vento che l’attende





Carla Benecchi

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