Photo Imogen Cunningham
Ho scritto
questa poesia dedicandola ai miei nonni: Maria e Federico. Vissero insieme per
breve tempo poiché mio nonno, a seguito di un incidente sul lavoro, perse la
vita poco più che trentenne, fulminato mentre riparava una centralina
elettrica. Mia nonna, donna forte e straordinaria, sarta finissima, crebbe due
figli da sola e visse qui, nella casa dove ora io vivo, senza mai più
risposarsi. Li ricordo con un affetto immutato e delicato. La sera, quando
scendono le ombre, i loro passi mi fanno compagnia e il loro ricordo s’addensa
e mi culla.
CASA DI
PERDUTO SONNO
In questa
casa di perduto sonno,
che la
nebbia in fioca luce respira appena,
e le
finestre di colli
e le
pianure allargate sul Tempo spurio,
i rumori
quieti su per le scale di ripida memoria.
La voce
degli alberi s’allena nel vento,
cielo scuro
puntellato di stelle,
colmo il
soffitto d’intraviste storie
appese a
vagolare rimpianti d’estate.
Sulla
terrazza una faina s’addorme,
stanca di
rincorse ai tetti,
riemerge il
fiato stillato nell’aria ferma.
Shhhhhhh…si
svegliano i bambini
scarmigliati
e inermi,
un
abbraccio inghiottito è fantasma,
le gonne
imbastite sul tavolo,
i gessi e i
fili da punto perfetto
sul comò
della sposa.
Vuota la
sala prove nel salotto buono,
le ombre
delle signore eleganti si rincorrono
e tu china
a imbastire orli come scultura
mai
scalfita che t’affanni, senza uomo né
vita, a
vestire sogni d’altri.
In questa
casa di perduto sonno s’accorcia
la distanza
e la luce, un lusso che prese
la sua vita
e la tua nel giorno più lungo
della
giovinezza remota, quando aspettavi
sulla
soglia il suo ritorno, l’abito verde acqua
con collo
di pizzo e mio padre a corrergli
sulla
strada incontro.
Vi vedo
ancora abbracciati nel sole di maggio
dove nulla
scopriva il futuro e la vita
sbocciava
robusta, fra i boschi e i campi,
quando le
cicche spente fra le labbra ornavano
un sorriso
a metà, i bambini ridevano allacciati
al collo e
nell’aria il profumo di tiglio infieriva
con
dolcezza su quell’amore breve.
Nel ripido
andare all’indietro vi sento,
sferragliare
con pressa il side car rosso,
la bellezza
della campagna assolata e gli
occhi fieri
di modernità raggiunta.
Sposi
diletti, asserviti all’amore, è qui
che vi
rivedo, per sempre uniti, nel bisbigliare
ardito
d’una passione indenne, al Tempo.
Nightingale
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