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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

giovedì 2 dicembre 2010

COLETTE NYS-MAZURE










IL GRIDO DELL’ALBA
Colette Nys-Mazure

Etica del nord

In questi paesaggi senza altezza, dove lo sguardo salendo non incontra che nuvole a sostenerlo, non era forse un grido di campanile tra i pioppi, che non è costretto a cercare in se stesso l’altezza?

Quando tace il canticchiare del sole contro le finestre – per altri cieli il suo canto pieno – e s’indorano le fronde, è tempo di accendere le lampade, attizzare i fuochi, sprofondare di nuovo in se stessi alla ricerca di una via più rigorosa.

L’inverno sarà troppo dolce per aguzzarci i sensi: nelle piogge, nel nevischio, nelle nevi fugaci, si estenuerà la nostra sete di austerità. Dovremo resistere nel grigiore senza gloria del pantano e ancora resistere; in attesa di una improbabile primavera.

Che spunterà all’improvviso sotto le minuscole pozze di violette, nel bel mezzo della danza dei giacinti selvaggi, sotto le cascate dei frutteti in fiore, nei profumi opprimenti di narcisi e lillà.

Paesi temperati, paesi piatti privi di certezze, senza passioni, se non quelle oscure e sempre trattenute. Paesi di lente tenerezze e slanci discreti.

Regioni d’ombre fluide, agitati da venti che giocano nelle orme, faggi purpurei, vasti castagni; regioni d’acque lente, di colline basse. Territori interiori consegnati ai ferventi: agli attenti del piccolo mattino, ai pazienti del mezzogiorno, ai ritardatari del giorno. Terre di fedeli.
Che nulla muoia senza aver amato

Per entrare con tenerezza, tracciare un cerchio d’oblio, silenzio, solitudine; insediarsi nel presente più nudo, più folto; ancorarsi nell’istante, svegliarsi allo zampillo delle fami. Allora si dispiega la via immediata, che scava e s’invola, si dipana e si annoda.

Nel cavo della mano gira il ciottolo di una spalla, di un ginocchio; nella conca di un ventre tremola la spuma di una capigliatura; sulla spiaggia del dorso corre il soffio di una lunga carezza e alla bocca si apre una bocca straniera, familiare, l’urgenza del morso.

Portare in sé il miele e il fuoco, un riflesso di sole riposto fino alla prossima stagione. Senza viatico, chi potrebbe avanzare in terra ostile, nella desolazione del deserto?


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