E nella penombra
Memoria oscurata di neve che cade
di fuori
e tu dietro i vetri appannati
a specchiare torpori di sogni accucciati nel caldo
di un dire ovattato di ceri e preghiere,
i graffi che dentro erano urla ribelli
di sangue e di zucchero fuso
tra i baffi del gatto sonnecchiante in poltrona.
E nella penombra di fiamme e vapori
galleggia la voce
il sorriso risale
il silenzio s’attarda
a pausare
quei passi nel vuoto
a incidere lembi di un ricordare smarrito
il profumo il bagliore la dolcezza uno sguardo
che ancora qui muto ti prende per mano
e ti aiuta a spezzare cristalli di ghiaccio.
Un niente
ed è pianto,
desolata distanza
al di là di questi vetri
dove non fiati non occhi
disegnano ombre
del già stato o soltanto
sognato sognato
per sempre per mai.
Ronzii
Api
api che ronzano
ronzano circonlocuzioni
intorno alle sinapsi ronzano
in giri voluttuosi di senzaparole
miele.
Frasi
frasi che scoppiettano
su fioriarcobaleno
frasi su fiori
contorsioniste sghembe
d’anfore e d’epifore nell’asola.
Oro, oro di
gialla margherita gialla
dove tutto s’è rappreso il sole
incandescente di furoriamori
e rima che non bacia se non l’acqua
l’acqua che scorre per abbracciare il mare.
Il mare dove
s’inabissa pepita cuore
in trama di coralli e alghe
spinose di veleni e paradisi
cieli
tersi di silenzi puri come
passi nel vuoto
di trapezista ebbro
di bersi tutto d’un fiato l’anima
nuda.
Cesure
Cesure straziate dal ricordo
che respira l’assenza avvelenata
di questo gioco a rimpiattino
dove in filigrana
l’ombra goccia e si rapprende
intorno a un nome
a un gesto
al tuo colore
che svapora e si riforma
in cerchi d’ansia,
giorni a spirale attorti
intorno a un’eco,
scheggia di luce a illuminare
l’angolo più buio di uno smemorarsi
per pause frastornate d’innocenza.
Controfigura d’essere qui e altrove
calco di gesso che il vento senza pietà erode.
Teresa Ferri ©
Biografia:
Teresa Ferri insegna “Teoria e pratica del testo letterario” nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Urbino. Ha scritto monografie e saggi su Alfieri, Manzoni, Pascoli (Pascoli. Il labirinto del segno, Roma, 1976; Riti e percorsi della poesia pascoliana, Roma, 1988), D’Annunzio, Campana (Dino Campana. L’infinito del sogno, Roma, 1985), Quasimodo e Saba (Poetica e stile di Umberto Saba, Urbino, 1984), nonché sul discorso autobiografico Le parole di Narciso. Forme e processi della scrittura autobiografica (Roma, 2003). Sugli scrittori contemporanei Bossi Fedrigotti, Conti, Duranti, Lunardi e Tabucchi sono apparsi diversi contributi in riviste e miscellanee italiane e straniere. Ha curato antologie e ristampe di testi letterari otto-novecenteschi di scrittori abruzzesi(Ciàmpoli, Janni, Marcolongo). Infine ha rivolto la sua attenzione critica anche a poeti e narratori emergenti.
Memoria oscurata di neve che cade
di fuori
e tu dietro i vetri appannati
a specchiare torpori di sogni accucciati nel caldo
di un dire ovattato di ceri e preghiere,
i graffi che dentro erano urla ribelli
di sangue e di zucchero fuso
tra i baffi del gatto sonnecchiante in poltrona.
E nella penombra di fiamme e vapori
galleggia la voce
il sorriso risale
il silenzio s’attarda
a pausare
quei passi nel vuoto
a incidere lembi di un ricordare smarrito
il profumo il bagliore la dolcezza uno sguardo
che ancora qui muto ti prende per mano
e ti aiuta a spezzare cristalli di ghiaccio.
Un niente
ed è pianto,
desolata distanza
al di là di questi vetri
dove non fiati non occhi
disegnano ombre
del già stato o soltanto
sognato sognato
per sempre per mai.
Ronzii
Api
api che ronzano
ronzano circonlocuzioni
intorno alle sinapsi ronzano
in giri voluttuosi di senzaparole
miele.
Frasi
frasi che scoppiettano
su fioriarcobaleno
frasi su fiori
contorsioniste sghembe
d’anfore e d’epifore nell’asola.
Oro, oro di
gialla margherita gialla
dove tutto s’è rappreso il sole
incandescente di furoriamori
e rima che non bacia se non l’acqua
l’acqua che scorre per abbracciare il mare.
Il mare dove
s’inabissa pepita cuore
in trama di coralli e alghe
spinose di veleni e paradisi
cieli
tersi di silenzi puri come
passi nel vuoto
di trapezista ebbro
di bersi tutto d’un fiato l’anima
nuda.
Cesure
Cesure straziate dal ricordo
che respira l’assenza avvelenata
di questo gioco a rimpiattino
dove in filigrana
l’ombra goccia e si rapprende
intorno a un nome
a un gesto
al tuo colore
che svapora e si riforma
in cerchi d’ansia,
giorni a spirale attorti
intorno a un’eco,
scheggia di luce a illuminare
l’angolo più buio di uno smemorarsi
per pause frastornate d’innocenza.
Controfigura d’essere qui e altrove
calco di gesso che il vento senza pietà erode.
Teresa Ferri ©
Biografia:
Teresa Ferri insegna “Teoria e pratica del testo letterario” nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Urbino. Ha scritto monografie e saggi su Alfieri, Manzoni, Pascoli (Pascoli. Il labirinto del segno, Roma, 1976; Riti e percorsi della poesia pascoliana, Roma, 1988), D’Annunzio, Campana (Dino Campana. L’infinito del sogno, Roma, 1985), Quasimodo e Saba (Poetica e stile di Umberto Saba, Urbino, 1984), nonché sul discorso autobiografico Le parole di Narciso. Forme e processi della scrittura autobiografica (Roma, 2003). Sugli scrittori contemporanei Bossi Fedrigotti, Conti, Duranti, Lunardi e Tabucchi sono apparsi diversi contributi in riviste e miscellanee italiane e straniere. Ha curato antologie e ristampe di testi letterari otto-novecenteschi di scrittori abruzzesi(Ciàmpoli, Janni, Marcolongo). Infine ha rivolto la sua attenzione critica anche a poeti e narratori emergenti.
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