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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

lunedì 7 giugno 2010

TERESA FERRI

George Dunlop Leslie











E nella penombra



Memoria oscurata di neve che cade
di fuori
e tu dietro i vetri appannati
a specchiare torpori di sogni accucciati nel caldo
di un dire ovattato di ceri e preghiere,
i graffi che dentro erano urla ribelli
di sangue e di zucchero fuso
tra i baffi del gatto sonnecchiante in poltrona.

E nella penombra di fiamme e vapori
galleggia la voce
il sorriso risale
il silenzio s’attarda
a pausare
quei passi nel vuoto
a incidere lembi di un ricordare smarrito
il profumo il bagliore la dolcezza uno sguardo
che ancora qui muto ti prende per mano
e ti aiuta a spezzare cristalli di ghiaccio.

Un niente
ed è pianto,
desolata distanza
al di là di questi vetri
dove non fiati non occhi
disegnano ombre
del già stato o soltanto
sognato sognato
per sempre per mai.









Ronzii




Api

api che ronzano

ronzano circonlocuzioni

intorno alle sinapsi ronzano

in giri voluttuosi di senzaparole

miele.


Frasi
frasi che scoppiettano
su fioriarcobaleno

frasi su fiori

contorsioniste sghembe

d’anfore e d’epifore nell’asola.


Oro, oro di

gialla margherita gialla

dove tutto s’è rappreso il sole

incandescente di furoriamori
e rima che non bacia se non l’acqua

l’acqua che scorre per abbracciare il mare.

Il mare dove

s’inabissa pepita cuore
in trama di coralli e alghe

spinose di veleni e paradisi
cieli
tersi di silenzi puri come

passi nel vuoto

di trapezista ebbro

di bersi tutto d’un fiato l’anima

nuda.









Cesure




Cesure straziate dal ricordo
che respira l’assenza avvelenata

di questo gioco a rimpiattino
dove in filigrana

l’ombra goccia e si rapprende
intorno a un nome

a un gesto

al tuo colore

che svapora e si riforma

in cerchi d’ansia,

giorni a spirale attorti

intorno a un’eco,

scheggia di luce a illuminare
l’angolo più buio di uno smemorarsi

per pause frastornate d’innocenza.

Controfigura d’essere qui e altrove

calco di gesso che il vento senza pietà erode.




Teresa Ferri ©





Biografia:


Teresa Ferri insegna “Teoria e pratica del testo letterario” nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Urbino. Ha scritto monografie e saggi su Alfieri, Manzoni, Pascoli (Pascoli. Il labirinto del segno, Roma, 1976; Riti e percorsi della poesia pascoliana, Roma, 1988), D’Annunzio, Campana (Dino Campana. L’infinito del sogno, Roma, 1985), Quasimodo e Saba (Poetica e stile di Umberto Saba, Urbino, 1984), nonché sul discorso autobiografico Le parole di Narciso. Forme e processi della scrittura autobiografica (Roma, 2003). Sugli scrittori contemporanei Bossi Fedrigotti, Conti, Duranti, Lunardi e Tabucchi sono apparsi diversi contributi in riviste e miscellanee italiane e straniere. Ha curato antologie e ristampe di testi letterari otto-novecenteschi di scrittori abruzzesi(Ciàmpoli, Janni, Marcolongo). Infine ha rivolto la sua attenzione critica anche a poeti e narratori emergenti.

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