Herbert James Draper
Solisti
non è facile trovare disequilibri
sui piccoli mondi, quelli dei fiori, delle foglie
del verde che alza e abbassa il cielo
e svapora d'anse, cirri e gallerie
mentre l'oggi di te in passerella
s'allenta, ritorno dopo ritorno
io vesto il nero come in un film del '53
abituo spalle ai nodi e butto scarpe
alla calca notturna degli strati
sotto un sudore quasi sempre finto
solo lassi predestinati, i nostri mondi
solisti nelle ciotole di riso, tra
le calligrafie che non saranno e
il non tornare con la stessa mano
***
Manca
manca d'amarti, sul ciglio
di periferia,
stranamente sconnessa
a un mondo che mi preme
satura di doni, chiusi
peggio,
altrimenti, in un caffè più buono
ai portici adorni di gerani e sale
insetti che vengono a morire
tu stai distante, nei tuoi settori
di un luna park abbiente, scrostato
d'avarizia e pesticidi
quasi fosse pura l'aria che respiri
di tanto in tanto, amore
torna a marcirti dentro, quale
entropia, da me disgiunta
clessidra che diventa imbuto
pozzo incidente, macchina da guerra
vorrei prepararmi come interpunzione,
fossi tu
l'orchestra, la risposta
***
Azzardi d'opera
se non domani o tra una settimana
cercheremo i riverberi di un lunedì
anche successivo con lo stesso male al polso
ticchettio d'acanti quasi uguale
al rumore della terra rossa
come la punta di un ago
finché non suona la mezza ora, ora
dovrei riprendere a guidare
e la mia vita, dietro tagli nuovi
o tavoli a fratino, quando la sete
resta imbandita d’avanzo all’estate
adunanza
d’erbe mediche e alveari
reciproci azzardi d’opera
e di suoni oppure strade sbagliate
comunque sia di un giorno
finalmente questo, che credo propizio
a carte nuove, pastelli di sanguigna
mentre sarà un manipolo di stracci
di sorprese, forse
Lunasepolta ©
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