Estratti da " L'Opera Racchiusa"- Lampi di Stampa, Milano, 2009
pochi, fratelli e sorelle, che sono amori e amici
in colmo all’invisibile restano del mondo voci
e d’altri appena gli occhi; accolti in una turba scura
defilano in preda all’aria, scossi come si riscuote
l’albero nei rami alti lungo i muri, lasciano cadere
polline e capelli, la segatura tarme ai buchi
chino il capo sui tormenti di una piaga fitta
sulla pelle in luce li tortura l’ombra, respirano
accostati ai vetri come reliquie i santi
§
lascia che a dire siano le cose
gli abitatori del mondo addossati alla cruna
dell’ago, le lingue impresse a memoria
l’elencazione dei nomi dei morti toglie il respiro
tempo è di dare le mani nell’andirivieni dei vivi
fermare gli occhi, lo sguardo a chi trema
§
un’attesa grigia abita la nebbia
porta ai fianchi l’erba sulla casa
che ci aspetta, ma non è ritorno
questo di noi due nel luogo
dove stare nel momento atteso
della vita, a coltivare le radici
dei capelli, i palmi che raccolgono
le ciglia ai fiori aperti, sibilanti all’aria
solo in due a dividerci le ossa, i rami
§
l’hanno già detto tanti, non siamo stati
gli ultimi a scriverlo in questo suono
di carte e tarli, scoli e macerie, crepe
d’acciaio nei lavandini; solo le querce
sui labirinti oscurati, giardini o corridoi
vuoti; l’estate ha un passo chiuso
ancora consacra alla chiarezza i giorni
viene la sera terrestre dopo il temporale
s’apre la pietra al fuoco che la tormenta
ora che muove appena un’ombra di noi
due tornati senza tornare; più d’ogni altra
dài regolata la mano in nudità di fiore
alla bocca, il suo bianco aspetto ferma
l’aria, piena di misurato respiro, stretta,
amata quanto desiderata, senza poterlo
Federico Federici ©
Biografia:
Federico Federici (Savona, 1974), laureato in Fisica. Dal 2000 al 2004 svolge attività di ricerca presso la sezione INFM del Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova, nell’ambito della Fisica dei biosistemi, occupandosi principalmente di microscopia confocale e microscopia con eccitazione a due fotoni.Ha pubblicato, di poesia, a nome Antonio Diavoli, Ardesia (ShortEdit, Savona, 1996), Versi Clandestini (Studio64, Genova, 2004), Quattro Quarti (Il Foglio, Piombino, 2005), N documenti in cifra (Cantarena, Genova, 2006), Chiuderanno gli occhi (con Ilaria Seclì) (Cantarena, Genova, 2007), una selezione di testi da Profilo minore, con una introduzione di Luigi Metropoli, nell’antologia Leggere variazioni di rotta (Le Voci della Luna, Sasso Marconi, 2008); di critica La nuovissima poesia russa (PaginaZero n. 8, 2005), Santa Cecilia e l’angelo: una lettera a Massimo Sannelli (Cantarena n. 30, 2006), Una poesia senza eroe? Nika Georgievna Turbina (PaginaZero n. 9, 2006); le traduzioni One window and eight bars, di Rati Saxena (Cantarena, Genova, 2008), Sono pesi queste mie poesie, di Nika Turbina (Edizioni Via del Vento, Pistoia, 2008); di prosa la storia Le cose che non ricordo, illustrata da Alice Socal, nel catalogo Blog e Nuvole (Comma22 Edizioni, 2009).Suoi testi sono usciti su rivista «Atelier», «Cantarena», «Conversation poetry», «Private», «Kritya», «Maintenant, journal of contemporary dada writing and art», «Lo Specchio» de La Stampa, «Ulisse» e su siti internet di carattere letterario.La raccolta Versi Clandestini è stata segnalata nel corso della trasmissione Fahrenheit (Radio 3) nell’ambito del book crossing.Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo e arabo.Ha tradotto dal russo Elena Fanajlova e Nika Turbina, dal tedesco Paul Celan, Hans Arp, Katarina Frostenson, Merja Virolainen, Daiva Čepauskaitė, dall’italiano in inglese Cesare Pavese, Gian Paolo Guerini, Paolo Fichera, dall’inglese Sophie Hannah, Alice Oswald, Renáta Vargová, Rati Saxena.Ha preso parte a incontri e letture in Italia, India, Germania e Polonia, a mostre di pittura in Italia e Germania, a manifestazioni legate alla videopoesia e al cortometraggio in Italia, Germania e Venezuela.Nel 2009 vince il “Premio Lorenzo Montano” nella sezione “Opera inedita” con la prima raccolta di versi a proprio nome, L’opera racchiusa (Lampi di stampa, Milano, 2009).
2 commenti:
Eh si...da leggere e rileggere.
Ciao,
Giovanni
bellissimi versi, immagini che si susseguono con elegante musicalità
ciao
mirella
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