DA “FOGLI DEL TEMPO PRESENTE”
Le sette tu sei la mia bambina
in me bambino d'amore in te
so d'amarti e ti spingo
a non amarmi come mi creo
a non ardere d’amore
i miei versi sono falsi
il mio pensiero ingannevole
bruto è bruzzaglio lupo otre pingue di
voce inquinata nel primitivo sacro
la chiave è in te
l’anfora mesce il dialetto di me
lo custodisco tra labbra-gabbie di ninfe di bosco
Quarto dalla cui anima partirono
paranze di ristoro
sulle feroci bestie
acque feci naufragio
non ho imparato come produrmi ad entrarti il mio giudizio
sei tu penetrami
sciogli questi
nodi-fiori ci appartengono
con la catenella alle caviglie per esserti vergine
voglio dare fuoco alla fiamma
bruciare incensi i più profumati
e padrini saranno i denti-leone nel sole
le margherite bianchissime macchie
merletti-foglie querce le celidonie
le orchidee selvagge della mia umbra
i lussuosi giacinti
le corolle violacee di aquilegie
i non-ti-scordar-di-me
rosa al centro mi sbocci boccioli
li regali ai miei versi
affiancami nelle mie indecisioni
oh tu che di me decidi la vita
sento un dicembre
è passato sul corpo
ho cercato di vestire nudità
hai spogliato il giorno all’estate
mi sono sentito gelare nelle tue parole
ho partorito anche primavere
dal mio febbraio aliti-amore hanno impollinato in me tuoi roseti
mio fiorito creato
le spine hanno risvegliato saltelli di raggi
e cinguettii annodavano cime con collane
di tuoi sorrisi impigliati nel mio petto
sulla frontiera di una scrivania
in me tenerezza è aggrumata alle ansie
mi torcono
mi sono ammalato di te
prima di contagiarmi ero già infettato
così amore scaltro mi ha forgiato colpe inesistenti
ho cercato di affascinare la medicina
i dolori hanno scardinato le porte alla mente
non so se reggerà a lungo questo faro
alla tempesta
luce è flagellata cesserà di vivere
se tu non ricaricherai di viveri questa falla al centro
del pensare
oh cuore d'amore
in me bambino d'amore in te
so d'amarti e ti spingo
a non amarmi come mi creo
a non ardere d’amore
i miei versi sono falsi
il mio pensiero ingannevole
bruto è bruzzaglio lupo otre pingue di
voce inquinata nel primitivo sacro
la chiave è in te
l’anfora mesce il dialetto di me
lo custodisco tra labbra-gabbie di ninfe di bosco
Quarto dalla cui anima partirono
paranze di ristoro
sulle feroci bestie
acque feci naufragio
non ho imparato come produrmi ad entrarti il mio giudizio
sei tu penetrami
sciogli questi
nodi-fiori ci appartengono
con la catenella alle caviglie per esserti vergine
voglio dare fuoco alla fiamma
bruciare incensi i più profumati
e padrini saranno i denti-leone nel sole
le margherite bianchissime macchie
merletti-foglie querce le celidonie
le orchidee selvagge della mia umbra
i lussuosi giacinti
le corolle violacee di aquilegie
i non-ti-scordar-di-me
rosa al centro mi sbocci boccioli
li regali ai miei versi
affiancami nelle mie indecisioni
oh tu che di me decidi la vita
sento un dicembre
è passato sul corpo
ho cercato di vestire nudità
hai spogliato il giorno all’estate
mi sono sentito gelare nelle tue parole
ho partorito anche primavere
dal mio febbraio aliti-amore hanno impollinato in me tuoi roseti
mio fiorito creato
le spine hanno risvegliato saltelli di raggi
e cinguettii annodavano cime con collane
di tuoi sorrisi impigliati nel mio petto
sulla frontiera di una scrivania
in me tenerezza è aggrumata alle ansie
mi torcono
mi sono ammalato di te
prima di contagiarmi ero già infettato
così amore scaltro mi ha forgiato colpe inesistenti
ho cercato di affascinare la medicina
i dolori hanno scardinato le porte alla mente
non so se reggerà a lungo questo faro
alla tempesta
luce è flagellata cesserà di vivere
se tu non ricaricherai di viveri questa falla al centro
del pensare
oh cuore d'amore
Ah la mia furia non è la sua pazzia
io sono onda tra braccia di spuma sul cui smeraldato
il bianco di venere e la mia lira s’affrettano al silenzio
non un istante ho pensato alla tua voce
già nell’aria vibra emozione mi riveli il miele della parola
dalle sacre tue labbra si sprigionano raggi
e i tramonti dalle cui luci si generano lacerti d’una poesia
squarcerò tenebre difenderò lontananze tra le fessure di corde che tu pizzichi
dalle tue mura di lumi tremulis ululatibus è il mio zagarit ergastolano
in gola a te è fatto dunque spaziale comunicato
mi scaverò una fossa per dormire sotto il cielo di te
le mie unghie saranno nere di paura una tua doccia mi aprirà confini
da terra e mare usciranno cascate scelte di baci
temporanea è notte velo non è caduto a talpa
io sono il giorno serio al quale sono state tolte carni di primavera ai fiori
tutto il prato soffre poiché tappeto aveva posto al tuo posare
non parto mentre metto sorrisi nel tuo cuore
ascolta il cielo scuoiato che in silenzio ti canta il mio verso
il pianissimo si poserà sul tuo velluto ti carezzerà primula
come si lascia baciare dalla brina del primo mattino
a chi dovrò vuotare tasche di poesia andrò alla periferia del tuo amare
lo arginerò di miei lirismi appena sgravati
suoi i suoni è scritto è pirografato su tavole di pentagrammi
nerone de-lira nella corda ha ammassato incendi cristiani
i nostri passi il mio unico figlio vagabonda nella cenere
i baci cercano te riversati in me schiuma
mangia le mie risate non bere le mie lacrime
incompiuto ho gettato le braccia al collo
del mio autotormento sono vestito
di svenimenti sono il soprannumero
sei il mio orgoglio me sofferto in questa galera
con un respiro ti restituirò la vita il pegno insaponato saprà
risciacquarci strofinami entrambi gli occhi
sono i proiettori al tuo splendore
pulcinella non abita in me esso è teatro di quartiere
il lui suburbio smascheralo
vedrai la sua faccia nella lota-parole
non un filo di luce splende dagl’occhi
il mio sussurro è nello spirito lo puoi sentire
solo nell'anima mi sono convertito a te
scoltellando ogni mio dubbio dammi la tua mano
e peliamo insieme le parole a noi care
Giacomo Salvemini ©
Biografia:
Giacomo Salvemini nasce a Manfredonia nel 1946. Vive a Crispiano (Ta). E’operatore culturale, s'interessa di critica letteraria e d'arte. Ha al suo attivo 5 libri di poesie pubblicati, 3 libri d'artista curati direttamente dall'autore, è un performer e ha lavorato in teatro e nel cinema,in pubblicità. Ha vinto numerosi premi letterari ed è stato inserito in antologie di alto prestigio poetico. Sta per uscire un altro suo libro di poesie dal titolo " Dalla tana di tufo”.
Biografia:
Giacomo Salvemini nasce a Manfredonia nel 1946. Vive a Crispiano (Ta). E’operatore culturale, s'interessa di critica letteraria e d'arte. Ha al suo attivo 5 libri di poesie pubblicati, 3 libri d'artista curati direttamente dall'autore, è un performer e ha lavorato in teatro e nel cinema,in pubblicità. Ha vinto numerosi premi letterari ed è stato inserito in antologie di alto prestigio poetico. Sta per uscire un altro suo libro di poesie dal titolo " Dalla tana di tufo”.
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