Balthus
Lucianna Argentino è nata a Roma nel 1962. Dai primi anni novanta il suo amore per la poesia l’ha portata a occuparsene attivamente come organizzatrice di rassegne, di letture pubbliche, di presentazioni di libri e con collaborazioni a diverse riviste del settore. Fa parte della redazione del blog letterario collettivo "viadellebelledonne". E’ coautrice con Vincenzo Morra del libro “Alessio Niceforo, il poeta della bontà” (Viemme, 1990). Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991), “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle Noci, segnalato al premio Montale nel 1995. “Mutamento” (Fermenti Editrice, collana “Il tempo ansante” diretta da Plinio Perilli, 1999), con la prefazione di Mariella Bettarini, “Verso Penuel “ (Edizioni dell’Oleandro, 2003), con la prefazione di Dante Maffia (Premio Donna Poesia 2006). “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi. Nell'ottobre del 2009 con la Lietocolle ha pubblicato una plaquette, “Favola”, con disegni di Marco Sebastiani. Con Pagina-Zero ha realizzato un e-book tratto dalla raccolta inedita "Le stanze inquiete".
IL TALENTO DI PERSEFONE
Sconfiggi la mia incredulità di radice
ferita dalla terra – negata è l’acqua
alla mia sete, reciso ogni mio passo.
Scongiurami il tuo sguardo sasso
seppure più non lapida quel che qui
è condanna ma altrove è canto.
Allevami in una fede nuova
variante alle certezze
ora che più mi rassicura il dubbio.
***
ferita dalla terra – negata è l’acqua
alla mia sete, reciso ogni mio passo.
Scongiurami il tuo sguardo sasso
seppure più non lapida quel che qui
è condanna ma altrove è canto.
Allevami in una fede nuova
variante alle certezze
ora che più mi rassicura il dubbio.
***
Radunati attorno al mio respiro
fatti specchio ai demoni che lo abitano
ch’io sappia da che guarire
e impari il nome del mio male
lontano dal tuo corpo sagrato
del divino in me. Affidami il tuo dire
traverso – frangiflutti che sparpaglia l’onda
del mio sentire. Accordami la parola
che sola salva dal sospetto che impuri
siano i desideri di Dio se noi
ne siamo l’oggetto.
***
fatti specchio ai demoni che lo abitano
ch’io sappia da che guarire
e impari il nome del mio male
lontano dal tuo corpo sagrato
del divino in me. Affidami il tuo dire
traverso – frangiflutti che sparpaglia l’onda
del mio sentire. Accordami la parola
che sola salva dal sospetto che impuri
siano i desideri di Dio se noi
ne siamo l’oggetto.
***
Conservami il luogo in cui mi hai attesa,
dammi l’odore della mia assenza
il sapore della tua impazienza…
Offrimi la misura della distanza e poi
colmala di diuturna presenza…
Cheta la fede indietreggiata
al tuo sguardo di chiesa sconsacrata
fanne scandalo alla mia cieca virtù.
***
dammi l’odore della mia assenza
il sapore della tua impazienza…
Offrimi la misura della distanza e poi
colmala di diuturna presenza…
Cheta la fede indietreggiata
al tuo sguardo di chiesa sconsacrata
fanne scandalo alla mia cieca virtù.
***
Assolvimi da questa biografia infedele
disincarnami da questo dolore, ridammi l’attitudine
alla costanza soffiata via come polvere dalle mani.
Non ho rigori e riposo dove l’ombra
morde la luce ovvia della verità
affinché tu, esercito e confine,
lasci ch’io ti conduca dal tuo mondo nel mio regno.
***
disincarnami da questo dolore, ridammi l’attitudine
alla costanza soffiata via come polvere dalle mani.
Non ho rigori e riposo dove l’ombra
morde la luce ovvia della verità
affinché tu, esercito e confine,
lasci ch’io ti conduca dal tuo mondo nel mio regno.
***
Serviti della mia obbedienza
dalle un volto nuovo
convincimi che non c’è altro
che è tutto qui ciò cui abbiamo rinunciato.
Confondi le linee della mia mano,
rimuovi ogni traccia di destino
ma non correggermi se sbaglio
perché nessuna verità potrà smentire
il mio errore.
***
dalle un volto nuovo
convincimi che non c’è altro
che è tutto qui ciò cui abbiamo rinunciato.
Confondi le linee della mia mano,
rimuovi ogni traccia di destino
ma non correggermi se sbaglio
perché nessuna verità potrà smentire
il mio errore.
***
Assicurami il talento di Persefone
tu, mia ragione scoscesa a picco
sull’ubiquità di cui mi fai capace.
Muta in furtiva voce
la vertigine di essere riva al tuo destino
perché non si sconsacri il cuore
nel presagio della carestia
e sia divino questo nostro umano
tentare l’invisibile.
***
tu, mia ragione scoscesa a picco
sull’ubiquità di cui mi fai capace.
Muta in furtiva voce
la vertigine di essere riva al tuo destino
perché non si sconsacri il cuore
nel presagio della carestia
e sia divino questo nostro umano
tentare l’invisibile.
***
Comunicati in me
che io ti sia particola di grazia
e poi amami come un dubbio
e come un dubbio arrivami
attraverso distanze ribelli
alla mia paziente fede. Sii per me stanza
convalescenza e quell’eterno
che diserto seguendo te.
che io ti sia particola di grazia
e poi amami come un dubbio
e come un dubbio arrivami
attraverso distanze ribelli
alla mia paziente fede. Sii per me stanza
convalescenza e quell’eterno
che diserto seguendo te.
Da "Diario inverso" (Manni 2006)
Chi può dirmi chi sono,
se lui non mi è più specchio?
Se di coraggio perso è il suo guardarmi
e di ritorni severi e di ritardi,
se nel suo sguardo disfatti vedo il tempo e me
me ridisegnata senza braccia.
se lui non mi è più specchio?
Se di coraggio perso è il suo guardarmi
e di ritorni severi e di ritardi,
se nel suo sguardo disfatti vedo il tempo e me
me ridisegnata senza braccia.
Io sono il bianco e lui è il nero
e da bianco mi avvicinai al suo nero
perché si stemperasse un poco,
perché sfumasse in una chiarità devota...
Ma il suo nero ha la qualità del bianco:
riflette la luce e se ne difende
murando vivo il sole – e il mio bianco è
come il nero: assorbe la luce e se ne nutre.
e da bianco mi avvicinai al suo nero
perché si stemperasse un poco,
perché sfumasse in una chiarità devota...
Ma il suo nero ha la qualità del bianco:
riflette la luce e se ne difende
murando vivo il sole – e il mio bianco è
come il nero: assorbe la luce e se ne nutre.
Lucianna Argentino ©
Biografia:
Lucianna Argentino è nata a Roma nel 1962. Dai primi anni novanta il suo amore per la poesia l’ha portata a occuparsene attivamente come organizzatrice di rassegne, di letture pubbliche, di presentazioni di libri e con collaborazioni a diverse riviste del settore. Fa parte della redazione del blog letterario collettivo "viadellebelledonne". E’ coautrice con Vincenzo Morra del libro “Alessio Niceforo, il poeta della bontà” (Viemme, 1990). Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991), “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle Noci, segnalato al premio Montale nel 1995. “Mutamento” (Fermenti Editrice, collana “Il tempo ansante” diretta da Plinio Perilli, 1999), con la prefazione di Mariella Bettarini, “Verso Penuel “ (Edizioni dell’Oleandro, 2003), con la prefazione di Dante Maffia (Premio Donna Poesia 2006). “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi. Nell'ottobre del 2009 con la Lietocolle ha pubblicato una plaquette, “Favola”, con disegni di Marco Sebastiani. Con Pagina-Zero ha realizzato un e-book tratto dalla raccolta inedita "Le stanze inquiete".
1 commento:
c'è nella poesia di quest'autrice che apprezzo moltissimo per la limpidezza del verso e del significato, un punto di vista altro, profondo, da cui si può leggere la storia, la leggenda, rivisitandola in chiave propria eppure universale, forse perché appartiene all'essere, culturalmente, sensibilmente, magicamente femminile
Posta un commento