Toucht
Non ci sono più finestre veglia lungo il sentiero di queste stelle in cero
è notte anche per questa estate ne ho vedute per tracce a dimora tante.
E la pazienza è rispettare questi grappoli tondi sul ciglio appena messi
quasi appesi a terra con due pinze d’erba al collo della prima gardenia data.
Le labbra lucide in due calici da posacenere ai mozziconi ancora accesi
e palpebre da ultimi lampioni il bouquet al passo di due lucciole innamorate.
Laggiù sino ai miei occhi due gabbiani a guardia della marea che monta
mentre l’orizzonte teso è un arco che fa il cupido dei segreti sotto i piedi gli stessi.
Un album si sfila le sue vie piazze e monumenti quella carta velata in flash archivi.
Toucht e una parete libera steli e foglie.
Verso da verso
L’orizzonte sipario per un sole all’ultima replica poi spento piombo l’opaco silenzio.
Spada la rete ch’allunga e ritrae nel serale alle spalle si spinge da quello tacendo.
Lobo illusione quest’ora si disfa intenzione una arrotolata vela come calza spaiata.
Sarà il buio a sapere in un altro quadrato che non vedi ma c’è l’uno per l’altro.
Un giorno più un giorno verso da verso nient’altro.
Mano su mano
Assenze da rintracciare quel che della legna gracile evade dal camino e t’assomiglia
in quel che il rosario sa sgranare nel cogliere da ogni corona un osso d’oliva solo questo.
Apri gli occhi e raduna tutto come la cantilena chiede per la sua arte velo del vento.
Mano su mano chiudi osservo.
Luigi Diego Elena ©
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