Traducendo Einsamkeit
STANZE DEL NORD
SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO
ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS
A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale
EMILY DICKINSON
venerdì 17 settembre 2010
PREMIO LORENZO MONTANO 24esima EDIZ.- PAOLA CASULLI
Annie Louisa Swinnerton
Premio di Poesia Lorenzo Montano
V e n t i q u a t t r e s i m a E d i z i o n e
XXIV Edizione (2010) - Esiti del premio Una poesia inedita
La Giuria del Premio ha deciso altresì di menzionare alcuni autori, per le opere particolarmente interessanti che hanno presentato:
Giovanni Ariola, In città; Giuseppe Barreca, La carovana delle malinconie; Marco Bellini, Nella fodera dello schermo; Dario Benzi, L’apparire; Davide Antonino Burgio, Per un attimo; Stefano Cappelletti, Allogeno al vento; Maria Grazia Carraroli, Pelle di luna; Paola Casulli, Ciò che non resta; Luigi Emanuele D’Isernia, Sciamani; Valeria Ferraro, Codice; Renata Morresi, Monologo della tavola; Eugenio Nastasi, Mercoledì delle ceneri; Luisa Pianzola, Coltivazione del deserto; Margherita Rimi, Questa doveva essere la casa; Chiara Rolandi, Come le cose si lascino premere; Clara Serra, La nebbia si stacca sfrangiandosi; Liliana Tedeschi Libera, La perfezione inusitata del silenzio; Simone Turco, Lento eone; Giuseppe Vetromile, Obbligo di catene a bordo; Giovanna Vizzari, Questo amarvi infaticabilmente, alla rinfusa; Liliana Zinetti, Risuonino i rami, le gaure.
Ciò che non resta - METAMORFOSI DI UN ALBRATOS –
Non escludo di essere morto.
Benché ci sia terra nelle fessure dei miei tasti
suono ancora musica
tento di soverchiare il fetore del pensiero.
Scavo e ammasso pietre.
Per chi, per cosa? Non ho memoria
Si dissolvono nel cavo della mano,
corrose lentamente dal mare,
queste rughe camuse.
Avanzo
sulla rena
A fatica i lombi inseguono l’onda
La battigia è muscolo più forte
ad accogliere il flutto
Ostentare la forza è gridare nudi,
agli albatri, folli di salde ragioni, ammaliati superstiti,
di non porsi sulla tolda
ad attendere l’incombente mortalità.
Sotto la pelle s’agita la luce
Rigenerata anima o Fenice
Non hai peso che di uomo libero
Non hai sangue che l’oceano invidi
Sudario che foglia non ricopra
Rotea di nudità sfera, di carne rendici
A redimerci dalla grazia
Che ci incide al vangelo che tace.
Corpi sospesi
S’incrociano spettri di nudità smarriti
Sotto i piedi un’improvvisa calma
squarcia l’aria fredda
Non c’è nessuno ad accogliere
il tutt’ Uno
Nessun guardiano giunge da riva
a trasportare il nostro goffo ventre gravido
di umori e vermi
sulle spiagge
affollate di maree.
Nuvoloso giunge solo il Dolore
Acqueo, colui che con mani sicure
raccoglie i morti artritici
all’imbocco del sonno.
Burrasca improvvisa di crimini e condanne
tregua e opaco groviglio di perdoni
attraversa la vallata
dove anche i lupi attendono
e gli aironi si asciugano dalle piume
la gratitudine dei grandi laghi
e persino i dodici siedono tranquilli:
uccidono lo stupore
che tremolava sotto la lama, dopo che da pescatori
divennero martiri.
Paola Casulli ©
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