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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

lunedì 12 aprile 2010

GERARDO PEDICINI





La poesia è chiamare a sé le cose. Un chiamare che è anche un corrispondere al linguaggio, abitare in esso e dargli voce: la voce intima e segreta dell’anima. Ciò è il risultato di un costante esercizio, di un continuo interrogarsi, di un perenne stato di allerta capace di non rappresentare il linguaggio fenomenologico così com’è, ma di trascenderlo. La parola poetica vive costantemente questo stato di intimità, questa incessante ricerca di autenticità. Essere cioè dentro le cose e, nello stesso tempo, situarsi nella quiete della dif-ferenza. Perché come dice Nelo Risi, “la poesia in sé non conta nulla, conta ciò che sta dietro la poesia e in segreto l’alimenta”. Un alimentarsi che è anche un riconoscersi nella propria essenzialità fisica e spirituale, un darsi continuamente alle cose per coglierne tutte le possibili istanze e vibrazioni profonde.




Gerardo Pedicini
















Dalla silloge inedita "Oratorio in 15 stazioni"






A Luciana dominante






«devi conoscerlo, dico, il volo e poi
l'angelo viene
e tu vieni, in volo, nel mio volo»,
egli afferma sicuro e,
non senza malizia,
strina verbi e sentenze
e distanzia nel vento
con identica e pensabile e umbratile
malinconia
sillabe rose di speranza.
«ah, la melancholìa!»
(lei, ironica, dice e ride).
«è sempre così, non c'è niente da fare»,
sentenzia l'amica,
affondando l'incolpevole di lui sogno
nel sogno delle sue estatiche oasi.
«almeno ci tenta, lui»:
già persa già astratta è la voce,
smargina sassi e muove
nuovi virgulti.
senza tempo ora lui ordina
un afasico poema d'ombre
e vede lei e sogna lei oltre la quinta,
oltre la cortina, dico,
di crochet viola
e viaggia tra le maglie del sogno
e scopre lei come un gioco che ritorna
e ritorna il suo nome che luce.
«il bridge, dice, non c'è modo di spiegarlo,
è come il tressette»
e senza un perché, non sapendo
affonda le mani nella melma dell'acqua del lago
e dalla melma, ecco, si alzano nuvole d'ombra
e aperte visioni di sogno: esplosive chimere
gridando dal profondo del lago
«hic, sunt
pisces boni»,
si perdono in modo rapido e indolore
in un cielo sconvolto
come mare in tempesta.








*






a Rosa Nuñez


a riportarmi a te è questo vento
di gennaio che geme come un gatto
(a Toledo, le vie erano deserte
di animali) o forse è questo cielo
che ristagna (c'è silenzio nei viali,
come al Prado) o è questa nebbia
di confine (la stessa dell'Alcázar)
a farmi rispuntare nella mente
l'eco delle tue parole e quel tuo
sperduto "terrible!" come fosse
tutto da dimenticare. Toledo
è lontana, sull'altra sponda, dove
sono i tizzoni neri della Casa
del Sevillano e la Venta de Aires.
Dionisio è sulla porta e, come un tempo,
Modesta è alla fornace. Le pernici
scendono al Tago lungo le pareti
del monte diventate carne da macello.
All'ombra di un albero Barceló
è una reliquia abbandonata. Sul
Paseo del Tránsito il tempo si è fermato,
come la mia mente che abita l'unghia nera
della storia mentre nel freddo gelo
di Madrid attraverso Place Major
nel buio dei pensieri, come in sogno.






*






Da "Giornale di bordo del Baltico"






Sibila il vento e scivola via
il tempo tra le mani.
sotto il ponte del fiume Nemunas,
scorre un'acqua albula
impastata di tepori.
nella sua ombra chiara
rivedo il tuo viso
rimasto nella rete
addossata alla spalletta del Tevere.
aspro scende l'odore dei tigli
giù dalle colline.
tra l'ombra delle guglie
della chiesa gotica Vytautas
resta il silenzio dei pensieri
che rotolano come noci
dentro un sacco.






Gerardo Pedicini ©








Biografia:




Gerardo Pedicini, poeta e critico d’arte, premiato nel 1969 al Lerici-Pea, ha raccolto i suoi testi poetici in Marame, Admiranda emblemata, Cinque stanze di Murillo, Lisboa, Dodici sonetti ancipiti per dodici capricci incisi, Canto e controcanto, Buthos, Optica, Dialogata exempeda, Lilacs, Sipari, Cinque punti cinque, Quattro tempi, In attesa / in altra forma, Arsure, À rebours
e in plaquette, a tiratura limitata, con incisioni e disegni di Cosimo Budetta, Antonio Baglivo, Violeta Þidonytë, Massimo De Chiara, Pio Peruzzini, Salvatore Di Vilio, Angelo Pitrone, Lucilla Stellato, Angelo Noce, Suzanne Lafont, Alen Biet, Olga Danelone, Giuseppe Labriola, Aniello Scotto, Gennaro Cilento, Giacomo La Commare e Gaetano Cantone.
Sue poesie si trovano anche in Albe insieme ai versi di Elio Filippo Accrocca, Maria Luisa Spaziani, Bianca Maria Frabotta e Antonio Porta, in Altre terre insieme ai versi di Giorgio Bàrberi Squarotti, G. Battista Nazzaro, Alessandro Carandente e Paolo Ruffilli e in Poeti in Campania di G. Battista Nazzaro.
In prosa ha pubblicato i racconti Il maestro di Casapuzzano, Circe, Il sogno di Anaceto vasaio, Il pozzo di S.Lorenzo, I puri di cuore di S. Maria La Stella, Don Pedro de Toledo, Una estate piena di pioggia e il romanzo Goethe a Napoli. Partecipa a serate di lettura e all’attività del Centro di poesia dell’Università di Napoli. Come critico d’arte, ha organizzato mostre di pittura e di scul-
tura a livello nazionale e internazionale. Attualmente collabora alla rivista letteraria Secondo Tempo, al quindicinale Sussurri&grida, al bimestrale Sabato è con saggi critici, poesie, racconti, articoli di critica d’arte.
gerardopdcn@yahoo.com


Giornale di bordo dal Baltico / Gerardo Pedicini. -
Kaunas: Kalendorius, 2009. - 44 p.: iliustr. 2.
ISBN 978-9955-746-35-5
UDK 850-1












1 commento:

Anonimo ha detto...

Una felice, lenta, dis/armonica ricognizione...
Complimenti,
Alfonso Lentini

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