29/06/’07
a dl
Apocalisse di sbieco batte l’anima-
insetti mantidi libellule
lasciate perdere natura
e tu lascia che invadano
insetti mantidi libellule
che sentano la fame nelle piante,
nel soffio di cicala estate, morso che infetta-
comunque rassicurati,
anche l’azzurra polvere di nubi
ha forma ed eleganza di tua fame,
seme che sai di marcio fin dalla prima nascita.
*******
13/08/’07
ad A.
Dove s’incontrano
alte falesie di luce
i contorni di un’ombra erosa
in tranquille zone residenziali,
anima,muovi con attenzione guardinga
di un debitore insolvente,
pensi l’agguato prevedila corsa il corpo a corpo la ferita
e non avverti come sono stanchi
l’erba il cielo-
che spreco tutto quel verde,
stelle gettate senza esito
a te,troppo apprensiva per captare.
*******
19/08/’07
a S.P.
Forse un padre inesistente,forse madre,
forse un cielo inverso ti gettarono
a stanze in disordine a distesa-
la vita,ti sibilano accanto-
ma gelo e fuoco tu rispondi,
anima della tua parola:
gelo non assidera neanche
dita di una mano,
non arde fuoco neanche
disperse foglie:
né leva gelo né leva fuoco
scacciare la visita importuna,
estate dove tutto ferma,
persino amori di luna adolescente,
il muovere di un sole che nasconde.
*******
13/09/’07
a Michael
In pratica non c’entra nulla,
ma così si struttura-
brusio tra i rumori,il violoncello
tra gli ansimi di un respiro affannato,ritmi-
tranquilla,non si muovono calendari,
ma l’uso malaccorto del sestante-
è corpo il sestante corpo-
ti provoca la stessa fine dell’aria:
ha trattato il cielo
con invadenza non richiesta,
peggio di un’antenna.
*******
25/11/’07
a C.
Non luce,ma verde che divori,
fogliame che dovrà bastare,
deluderti paura se smentisce chiome fulve
molto più acceso il fuoco:
così,per abbandono subito smentito
schivano mani,negano il fuoco
mani di una donna-
e tu gridalo l’augurio,la speranza
che brucino nel fuoco impotente:
non avverti rimorso, penetra di sguardi
luce se slarga colorata,impeto di pioggia-
anima non azzardarti,resta in casa,
non vuol saperne seme,ingombra,
cade il bagaglio l’amico del tuo grembo:
sei solo una stazione di arrivo
e tutto sommato non ti maltratta.
Gabriella Garofalo ©
Biografia:
Gabriella Garofalo, nata a Foggia nel 1956, vive a Milano. Presente in numerose riviste ed antologie, ha pubblicato tre raccolte di versi: Lo sguardo di Orfeo (Cesati editore, Firenze 1989), L'inverno di vetro (Edizioni dell'Arco, Milano 1995), Di altre stelle polari (Stampa spa, Brunello (Va) 2003).
1 commento:
Gabriella Garofalo ha una voce sincopata, scrive pensando senza sosta e quasi si "inciampa" tanta è la foga di dire. Non è questo un difetto ma una originale caratteristica che rende i suoi versi facilmente accolti dal lettore,compresi nell'immediato,usando parole semplici ed efficaci per sottolineare il pathos.
"anima non azzardarti,resta in casa,
non vuol saperne seme,ingombra,
cade il bagaglio l’amico del tuo grembo:
sei solo una stazione di arrivo
e tutto sommato non ti maltratta".
Un'autrice interessante su cui soffermarsi.
Posta un commento