DALLA BETULLA SI EFFONDE
Dalla betulla si effonde oscurità nel cielo e sulla terra.
Forse la sera vi è rimasta tutto il giorno nascosta
per sfuggire alla luce
aprendo gli occhi, invano, a vedere se stessa,
spaurita e percossa da un rombo sconosciuto:
la voce del fiume o il vento tra le montagne o il suo cuore.
Ma a poco a poco ciò che si ignora non fa più male;
così semplice era tutto: chiudere gli occhi e guardare.
Il tempo che lacerava il suo cuore è ora un immobile
sogno ed ha un attimo solo.
Dalla betulla si effonde oscurità nel cielo e sulla terra.
Forse la sera vi è rimasta tutto il giorno nascosta
per sfuggire alla luce
aprendo gli occhi, invano, a vedere se stessa,
spaurita e percossa da un rombo sconosciuto:
la voce del fiume o il vento tra le montagne o il suo cuore.
Ma a poco a poco ciò che si ignora non fa più male;
così semplice era tutto: chiudere gli occhi e guardare.
Il tempo che lacerava il suo cuore è ora un immobile
sogno ed ha un attimo solo.
FENICOTTERI
Viene la sera e accende, quasi richiamo, i suoi fuochi
su tutte le vette dei monti:
fiammeggiano,
a picco su nere valli,
castelli di corallo.
Giù, nelle valli nere stagni invisibili mandano
gelidi lampi d’argento,
splendono qua e là luci vive:
i fenicotteri bianchi.
Bevono lungamente le gelide acque,
lungamente si chiamano,
o chiama forse ognuno la sua eco,
e l’ascolta stupito,
guardano altri
quel magico cerchio di fuochi
sulle montagne.
Ma il loro non è che un passare:
né alla roccia mai apparterranno,
né alla palude,
né a cosa alcuna di terra.
Attendono solo la notte
e i grandi cieli pieni di vento,
sognano il volo soltanto
altissimo quieto
e il lento migrare con gli astri
in sciami lucenti
Viene la sera e accende, quasi richiamo, i suoi fuochi
su tutte le vette dei monti:
fiammeggiano,
a picco su nere valli,
castelli di corallo.
Giù, nelle valli nere stagni invisibili mandano
gelidi lampi d’argento,
splendono qua e là luci vive:
i fenicotteri bianchi.
Bevono lungamente le gelide acque,
lungamente si chiamano,
o chiama forse ognuno la sua eco,
e l’ascolta stupito,
guardano altri
quel magico cerchio di fuochi
sulle montagne.
Ma il loro non è che un passare:
né alla roccia mai apparterranno,
né alla palude,
né a cosa alcuna di terra.
Attendono solo la notte
e i grandi cieli pieni di vento,
sognano il volo soltanto
altissimo quieto
e il lento migrare con gli astri
in sciami lucenti
I GALLI NOTTURNI
Mezzanotte. I galli
si chiamano
rispondono
distanti.
Ed ora il mare si solleva
come un grande sospiro,
verso il cielo,
ora le stelle altissime
nel loro giro
stanno immote
e fatali,
sospeso è il sonno dei dormienti
ed i morenti trascolorano
in attesa.
D’ogni lontananza i galli
chiamano
e nessuno risponde.
Fortezza inespugnabile serrata
tace la notte;
dai bastioni si innalza
il grido delle scolte
e misterioso appare
quanto il silenzio,
e pauroso.
Quasi che il tempo stesso gridi l’ora
e si spaventi del suo grido;
il tempo insonne
pallido solitario
sugli spalti
a contemplare
come si smorzi il grande
sospirare dei mari,
lente declinino le stelle
e vastamente intorno
fluisca il sonno sulle cose
quale fiumana tacita
che tutto travolga
e tutto riconduca alla sua foce
Elena Bono ©
Mezzanotte. I galli
si chiamano
rispondono
distanti.
Ed ora il mare si solleva
come un grande sospiro,
verso il cielo,
ora le stelle altissime
nel loro giro
stanno immote
e fatali,
sospeso è il sonno dei dormienti
ed i morenti trascolorano
in attesa.
D’ogni lontananza i galli
chiamano
e nessuno risponde.
Fortezza inespugnabile serrata
tace la notte;
dai bastioni si innalza
il grido delle scolte
e misterioso appare
quanto il silenzio,
e pauroso.
Quasi che il tempo stesso gridi l’ora
e si spaventi del suo grido;
il tempo insonne
pallido solitario
sugli spalti
a contemplare
come si smorzi il grande
sospirare dei mari,
lente declinino le stelle
e vastamente intorno
fluisca il sonno sulle cose
quale fiumana tacita
che tutto travolga
e tutto riconduca alla sua foce
Elena Bono ©
Poesie tratte da “I galli notturni” -Ed.Garzanti 1952
Biografia:
Elena Bono, scrittrice, poetessa, traduttrice, nasce a Sonnino nel 1921 ma trascorre gran parte della vita in Liguria, a Chiavari, dove vive tutt’ora.
Ritenuta dalla critica fra le maggiori scrittrici del secondo dopoguerra, ha tradotto opere letterarie dal greco e dal latino. Oltre a comporre poesie è autrice di romanzi e opere per il teatro.
Ritenuta dalla critica fra le maggiori scrittrici del secondo dopoguerra, ha tradotto opere letterarie dal greco e dal latino. Oltre a comporre poesie è autrice di romanzi e opere per il teatro.
Tra i suoi principali lavori figurano:
I galli notturni liriche; 1952 Garzanti
Ippolito dramma; 1954 Garzanti
Morte di Adamo racconti; 1956 Garzanti
Alzati Orfeo liriche; 1958 Garzanti
La testa del Profeta - La grande e la piccola morte drammi; 1965 Garzanti
Cuore senza fine ; 1975 Paravia
Invito a palazzo liriche; 1982 EmmeE
Piccola Italia ; 1981 EmmeE
Come un fiume come un sogno ; 1985 EmmeE
Raccolta d'autunno[1]
Ippolito dramma; 1954 Garzanti
Morte di Adamo racconti; 1956 Garzanti
Alzati Orfeo liriche; 1958 Garzanti
La testa del Profeta - La grande e la piccola morte drammi; 1965 Garzanti
Cuore senza fine ; 1975 Paravia
Invito a palazzo liriche; 1982 EmmeE
Piccola Italia ; 1981 EmmeE
Come un fiume come un sogno ; 1985 EmmeE
Raccolta d'autunno[1]
Nel maggio 2007 è apparso per i tipi dell’Editore Le Mani (Recco, GE) un volume, Poesie-Opera omnia, di ben 488 pagine, che raccoglie l’intera produzione poetica di Elena Bono, compresi numerosi inediti.
1 commento:
Grande scrittrice dimenticata Elena Bono. "Una valigia di cuoio nero" e "Come un fiume, come un sogno" sono i suoi due romanzi più alti e felici, a mio parere. Bellissime anche le poesie sulla Resistenza; intensi i drammi storicie alcuni racconti, come "Il quaderno" e "Morte di Adamo",
Restituiamo ai lettori questa grande scrittrice che non si sa come né perché né per volontà di chi sia stata messa da parte, ignorata dalle storie letterarie, dai libri sul Novecento, dai critici, da tutti. O quasi. Puntiamo su quel "quasi" per restituire a lei quello che le dobbiamo e ai lettori le sue opere. Straordinarie.
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