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Traducendo Einsamkeit

STANZE DEL NORD

SCORRONO LE COSE CONTROVENTO di FEDERICA GALETTO

ODE FROM A NIGHTINGALE - ENGLISH POEMS

A LULLABYE ON MY SHOULDER di Federica Nightingale

EMILY DICKINSON

mercoledì 1 luglio 2009

MAEBA SCIUTTI

Foto di Marco Meda ©







Non ti addito la colpa nel collo precipitato

né nelle ciliegie deposte come sassi sulla gola:

quando la carne é gravida di pioggia

e tu una composizione di braccia

come rami verticali allo sterrato,

hai la coerenza di un quadro che resta

appeso all'ultima via di fuga:


Fitta figlia di un dialogo per voce sola,

preghiera in bianco e nero dove l'esito è di gesso

e non respira per il superbo, altero precipitato

- millefiori -

affittacamere di specchi in rimando del tuo profilo,

eco per soli acuti.


Non ti perdono

il ritorno ai pergolati di pelle, esiliata sofferente

che corre in sola ipotesi

di voci simili alla sua.








"Coltivare tutto questo grande dolore

a furia di pensarlo mi è cresciuto dentro

un male. Mi vuole mangiare"


Si baciavano i giovani amanti nell'estasi leggera si schiusero

a posare la nebbia sugli occhi degli orfani

pietosi reduci dai divini passati non hanno nome più

neanche un altare lenisce un così grande sconforto

preme sul giorno che si affloscia come un

palloncino ucciso dal senzadio, senzagiorno, senzasogno.

Potevano pregare i bambini di essere cullati

da tuttabende sul troppo reale - tanto troppo

reale è camminare cercando siringhe da iniettare

anche un po' di fuga mi accarezza, altrove qualcuno

mi aspetta con una carezza, ha sopra il mio nome.

Altrove mi dissero del sole e un'ampiezza di rose

vibra colore agli occhi tutti lo possono vedere:

il bacio sulla guancia, il gesto primo era pieno

di vita tanto che il ricordo pigola piano la

sera anche abbassa le ciglia al sorriso.

Prima.

Piano sarà notare il sole sul pallore è un mulinello

l'artista: una piccola felce infittita nel mistero del bosco

c'è una casa.

Almeno nostro è il forse, mio amore.







Mi odio i mattini di nervi scoperti

urla sotterrate come incubi risvegli

quando mi poso nella stanza ubriaca di presenti


(Visioni si mordono le mani

visi grigi che giocarono il sangue

ti lasciano lo sguardo fisso

puntato alle tempie:

a mitraglia si uccide

l'ardore spento del come ci pensavamo

ora già vecchi, immobili, mestruati dall'inverno

incandescente.


Raccogliamo lacrime).


Le mie mani votive sono aironi di carta, scivolano le superfici dell'ieri indulgente. Accoltellato ritorna nell'agonia dove il pensarsi fu superbia, per noi, che siamo rondini d'acqua; la caduta fra le nubi e la terra.


(2008)



Maeba Sciutti ©



Biografia:



Maeba Sciutti è nata nel 1977 a Rimini. Nel 2006 fonda i gruppi di poesia e arti contemporanee http://thecatswillknow.splinder.com/ e http://thecatswillknowgallery.splinder.com/. Attualmente si occupa della selezione poetica per la rivista “Historica&Progetto Babele” con lo scopo di ricercare voci formalmente interessanti e rappresentative dell’espressionismo contemporaneo.
Sue poesie sono comparse in diverse riviste fra cui “Π- trimestrale di conversazioni poetiche”.
Ha pubblicato “Flaming June - donne oltre la tela” (ARPANet, 2008) e le raccolte poetiche “Cristalli di fiato” (Liberodiscrivere, 2007) e “Lingue di piume” (ARPANet, 2007).
Sul web si può trovare l'ebook “Il ventre infertile” (Clepsydra Edition,2009).










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